Bolivia, Cile e Perù verso una autentica integrazione regionale

In una dichiarazione congiunta, firmata al termine dell’incontro ecclesiale a La Paz, i vescovi dei tre paesi si impegnano a superare le ideologie nazionaliste e avviare un percorso comune

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“Promuovere una autentica integrazione regionale”. E’ l’impegno assunto dai vescovi dei Consigli Permanenti delle Conferenze episcopali di Bolivia, Cile e Perù, in una dichiarazione congiunta firmata al termine dell’incontro ecclesiale trilaterale che ha avuto luogo a La Paz, in Bolivia.

Nel documento, i presuli constatano lo scarso successo delle iniziative a favore di un’integrazione regionale, spesso “logorata da profonde contraddizioni”, e “ancora oggi incapace di assimilare tutte le eredità e di superare la piaga scandalosa di disuguaglianze ed emarginazioni”. “Tanti sforzi d’integrazione nel continente si sono ridotti alle questioni economiche e commerciali – si legge nella dichiarazione – pertanto è ora di promuovere un cambiamento di mentalità che favorisca l’integrazione umana, la vera cultura dell’incontro tra i popoli per superare differenze, lasciandoci alle spalle le divisioni”. 

Richiamando il documento di Aparecida, i vescovi sottolineano: “Siamo un’unità geografica che la gente delle nostre nazioni sa riconoscere ed esprimere attraverso tanti segnali d’integrazione interpersonale e nella dimostrazione di una profonda religiosità popolare che oltrepassa le frontiere”. Oltre alla fede, alla geografia e alla cultura, Bolivia, Cile e Perù condividono anche alcune preoccupanti realtà che generano “sofferenza e crisi di valori”, come: l’incremento del narcotraffico, la realtà migratoria, i sacchi di povertà ed esclusione in grandi settori delle società, la crisi della famiglia, del matrimonio e, di conseguenza, l’abbandono dei giovani.

Di fronte a queste sfide pastorali, le Conferenze Episcopali dei tre paesi si impegnano a dare un nuovo slancio alla Missione Continentale grazie anche all’incoraggiamento di Papa Francesco, invitando cattolici e persone di buona volontà – in particolare politici, imprenditori, educatori – ad esercitare la propria responsabilità come strumenti di integrazione, di giustizia e di unità. Si legge nella parte conclusiva del testo: “Desideriamo facilitare la conoscenza mutua e condividere esperienze che portino al superamento delle ideologie nazionaliste per sconfiggere tutto ciò che ci separa, perché quanto più ci conosceremo, tanto più potremo camminare insieme”. 

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ZENIT Staff

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