"Bisogna correre ai ripari, altrimenti avremo bisogno di una legge contro l'eterofobia"

Dopo l’enfasi mediatica dei giorni scorsi, parla il firmatario della mozione a difesa della famiglia naturale approvata dal Consiglio regionale della Lombardia

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Se l’impegno a difesa della famiglia da parte di un Consiglio regionale diventa un caso nazionale, è proprio il caso di pensare che l’atmosfera che si respira oggi in Italia sia tutt’altro che favorevole alla cellula fondamentale della società. Lo scorso 1° luglio il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato a maggioranza una mozione – Iniziative per la tutela della famiglia naturale – che ha suscitato un’enfasi mediatica davvero inusuale, con tanto di venature polemiche di inaudito spessore. Il primo a rimanerne attonito è proprio uno dei due firmatari del testo, il capogruppo della Lega Nord al Pirellone Massimiliano Romeo.

Raggiunto telefonicamente da ZENIT, l’esponente del Carroccio dichiara con voce contrita: “Sono rimasto molto sorpreso, perché la mozione non è contro nessuno, bensì va nella direzione della tutela della famiglia tradizionale”. Per altro, come è scritto all’interno del testo, Romeo ricorda che la mozione raccoglie “l’art. 16 terzo comma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottato dalle Nazioni Unite nel 1948, laddove è scritto che la famiglia ha diritto ad esser protetta dalla società e dallo Stato”.

Il capogruppo leghista nei giorni scorsi ha ripetuto questa formula come un mantra, nel tentativo rivelatosi spesso vano di difendersi dalla fitta pioggia di accuse dei detrattori di questa mozione. La quale pioggia, secondo Romeo, testimonia “che la famiglia è oggi sotto attacco”. Del resto, basta scorrere in rassegna gli episodi in cui, “con la scusa di combattere discriminazioni e stereotipi, si stanno moltiplicando i casi di aperta propaganda contro la famiglia naturale, in tv, sui giornali e soprattutto nelle scuole”.

Secondo Romeo, l’obiettivo è chiaro. “Si vuole imporre un modello di famiglia che non è quello tradizionale”. Il mondo omosessuale dunque non si accontenterebbe di vedersi riconosciuti alcuni “diritti”, ma addirittura mirerebbe a “stravolgere a suo favore i principi su cui ancora attualmente è fondata la nostra società”. Quella che Romeo definisce senza indugio “l’arroganza di un’elite gay” avrebbe inoltre il supporto del “Ministero dell’Istruzione e del Dipartimento per le Pari Opportunità”. La prova? Il leader leghista la individua nel caso degli opuscoli dell’Unar, dapprima diffusi nelle scuole italiane con il patrocinio del Dipartimento per le Pari Opportunità e poi, su veemente pressione di genitori e associazionismo familiare, ritirati dal Ministero.

“Se andiamo avanti di questo passo, tra poco avremo bisogno piuttosto di una legge sull’eterofobia”, chiosa amaramente Romeo. Prima di arrivare a un simile paradosso, è dunque opportuno intervenire politicamente per ribadire l’unicità della famiglia composta da una donna e da un uomo che generano vita. La mozione approvata dal Consiglio regionale lombardo verte in tal senso. Essa chiede alla Giunta di impegnarsi ad “individuare una data per la celebrazione della Festa della Famiglia Naturale”, un’occasione – spiega Romeo – “per organizzare convegni in Regione con genitori, giovani, studenti al fine di spiegare l’importanza della famiglia, patrimonio naturale”.

Obiettivo che appare propositivo e per nulla discriminatorio. Se si scorre il testo della mozione, non si trova traccia di quelle “parole inneggianti all’odio” di cui è stato accusato da qualcuno. Romeo ha chiesto pubblicamente, nel corso di una trasmissione televisiva, di chiedere a uno di questi detrattori (un rappresentante dell’arcigay di Milano) quali fossero i passaggi “intrisi d’odio”. Ebbene, l’interlocutore “ha provato a tirar fuori qualcosa e alla fine ha saputo rispondere soltanto con mera dietrologia”, spiega l’esponente leghista.

Queste accuse prive di riscontri concreti, secondo Romeo, “devono davvero far preoccupare”. Rivelano, aggiunge, “che l’obiettivo è scardinare la famiglia e che pertanto, in un’epoca di relativismo assoluto, bisogna correre ai ripari per dimostrare persino ciò è ovvio”. Il capogruppo leghista conclude citando lo scrittore cattolico del secolo scorso Gilbert Keith Chesterton: “Spade verranno sguainate per dimostrar che le foglie sono verdi in estate”. E alla fine aggiunge: “Ovviamente è in senso figurato, non si sa mai che ci accusino pure di voler fare chissà quale guerra…”. E di questi tempi, è bene precisare.

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Federico Cenci

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