Biancavilla in festa per la Madonna dell'Elemosina

Monsignor Giuseppe Sciacca celebra il solenne pontificale nella cittadina etnea

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A Biancavilla, sulle pendici dell’Etna, l’intera comunità cittadina si è riunita l’ultima domenica di agosto attorno alla Sacra Icona della Madonna dell’Elemosina.

Il pontificale, celebrato da monsignor Giuseppe Sciacca, Vescovo titolare di Fondi, Segretario Aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, ha conferito alla festa patronale una particolare solennità. Il sindaco delle città, Giuseppe Glorioso, ha presentato a nome della cittadinanza, l’omaggio floreale ed ha recitato la preghiera di affidamento della Città alla Vergine dell’Elemosina.

Nell’omelia mons. Sciacca, facendo riferimento alla storia che ha caratterizzato la presenza della sacra icona nel territorio di Biancavilla, ha ricordato come nel 1482 a seguito della vittoria dei turchi musulmani in terra Greco-Albanese, una colonia di profughi sbarcò in Sicilia, portando con sé, come un tesoro prezioso, l’icona bizantina della Madre di Dio “Eleùsa” (la misericordiosa), una reliquia del soldato martire d’Arabia, Zenone, e una croce in legno di stile orientale.

La destinazione finale del piccolo gruppo di esuli era Palermo, ove contavano di congiungersi agli altri loro conterranei nell’attuale Piana degli Albanesi. Durante il loro viaggio gli esuli sostarono a 30 km circa da Catania, in un campo denominato “Callicari”, proprietà dei Conti Moncada di Adernò.

Qui, secondo la tradizione, dopo aver piantato l’accampamento, appesero la sacra Icona ad un albero di fico. Al mattino, al momento di riprendere il viaggio, gli esuli trovarono la loro icona interamente aggrovigliata fra i rami del fico, cresciuti nottetempo, al punto che non fu loro possibile districarla. L’evento prodigioso fu interpretato come la chiara volontà della Madre di Dio, che li aveva guidati nel cammino, di rimanere in quel luogo, ove il piccolo gruppo potesse trovare una nuova patria. Fu così che il Conte Gian Tommaso Moncada, signore del luogo, colpito dall’accadimento, concesse ospitalità alla colonia greco-albanese

Il Vescovo celebrante, ha guidato i fedeli alla comprensione del significato specifico del termine “elemosina”, ricco di accezioni, significati, rimandi, ma tutti sostanzialmente riconducibili e sinonimici della Misericordia e della pietas: genuinamente umana e parimenti soprannaturale.

La protezione della Vergine, Madre di misericordia e di pietà, di carità e di tenerezza verso la comunità di Biancavilla, manifestasi negli anni, proteggendo la città dalla peste, dalla siccità, dai terremoti, dalle eruzioni e dai bombardamenti, ha rinsaldato nel popolo una sentita e profonda devozione che coinvolge anche i giovani e i bambini.

La devota processione con la sacra icona, guidata da preghiere e canti, ha dato testimonianza della fervida devozione popolare, alimentata da una puntuale catechesi da parte del Canonico Prevosto della Basilica Collegiata, don Agrippino Salerno.

“La Vergine di Nazareth, attraverso la propria mediazione materna e verginale è il vero e definitivo Santuario, la Tenda Biblica, l’Arca dell’Alleanza, che consacra l’incontro di salvezza tra Dio e gli uomini e la Vergine diventa ponte di grazia che conduce al Signore”.

Ripetendo la formula ad Jesum per Mariam!, mons. Sciacca ha tracciato il percorso nel pellegrinaggio della vita e della storia, perché l’intera comunità possa scoprire il vero senso dell’esistenza che porta a Dio e al suo Cristo, nel segno della misericordia, della carità, dell’amore.

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Giuseppe Adernò

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