Benedetto XVI: “Solidarność”, il soffio di “un nuovo spirito” per l’Europa di oggi

Al termine dell’Udienza generale di questo mercoledì

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 31 agosto 2005 (ZENIT.org).- Al termine dell’Udienza generale di questo mercoledì, Benedetto XVI nel rivolgere alcuni saluti ai pellegrini polacchi presenti ha voluto ricordare il XXV anniversario della nascita in Polonia del Sindacato indipendente “Solidarność” (solidarietà).

“Ringrazio la Divina Provvidenza per il soffio di un nuovo spirito che questo movimento ha portato nelle vicende dell’Europa contemporanea”, ha detto il Papa parlando in polacco.

“Dio benedica tutti coloro che si impegnano per la promozione della giustizia sociale e per il bene degli operai. Trasmettete la mia benedizione ai vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!”, ha quindi concluso.

Tutto ebbe inizio con una semplice protesta, iniziata nei Cantieri Navali di Danzica “Wlodzimierz Lenin” agli inizi di agosto, per la reintegrazione sul posto di lavoro di un’addetta alle gru, Anna Walentynowicz, cacciata dal Direttore per motivi politici.

Già da prima, tuttavia, il malcontento serpeggiava nella popolazione, tanto che nel luglio del 1980 in alcune città della Polonia vi erano state quelle che il regime di Varsavia chiamava “interruzioni dal lavoro” per protestare contro l’aumento dei prezzi deciso dal Governo, che inseguiva una politica dell’industrializzazione forzata che avrebbe dovuto portare la Polonia a livello delle economie più avanzate.

E’ così che si arriverà allo sciopero di massa del 14 agosto 1980, nei Cantieri Navali di Danzica, in cui erano impiegati circa sedicimila persone. In seguito, nello stesso luogo, il 16 agosto, nascerà il Comitato Internazionale degli Aderenti allo Sciopero, in rappresentanza di 700 aziende, presieduto da Lech Walesa, un ex elettricista polacco.

Tutti gli aderenti allo sciopero stilarono quindi un elenco di richieste comuni racchiuse in 21 postulati che facevano soprattutto appello ai diritti fondamentali dell’uomo e alle garanzie ad adeguate condizioni di lavoro, di esistenza e vita culturale, che il 18 agosto venne presentato dal Comitato al Voivoda (rappresentante del potere centrale) di Danzica.

Nello specifico, si chiedevano soprattutto una maggiore libertà di parola, di stampa, l’accesso ai mass media per i rappresentanti di varie confessioni religiose, e soprattutto la richiesta di poter fondare dei Sindacati indipendenti dal Regime e dai datori di lavoro.

Il 31 agosto, a Danzica, il Vice Primo Ministro Mieczyslaw Jagielsk e Lech Walesa firmarono gli accordi nei quali venivano accolte le principali richieste. Solidarność si configurò da subito come un grande movimento di protesta che si opponeva al governo allora guidato da Edward Gierek.

Successivamente, il 17 settembre, sempre a Danzica, nacque il Sindacato Indipendente ed Autogestito “Solidarność ” e la Commissione Nazionale d’Intesa con a capo lo stesso Lech Walesa. In poco tempo il Sindacato conquistò numerosi consensi arrivando a contare circa 10 milioni di membri.

La sua attività venne in seguito dichiarata illegale dal regime comunista il 13 dicembre 1981, con l’introduzione della legge marziale da parte del Generale Wojciech Jaruzelski, cosa questa che portò a diverse repressioni, causando la perdita del lavoro e l’internamento di molti dei suoi capi. Nel 1989, però, verrà nuovamente legalizzato.

Sarà Giovanni Paolo II a sintetizzare magnificamente il carattere epocale di questi avvenimenti durante una udienza privata concessa il 5 febbraio 1991 a Lech Walesa, divenuto allora Presidente del Paese indipendente.

In quell’occasione il Pontefice polacco disse: “Il mondo non dimentichi che sono stati proprio gli operai a svolgere il ruolo principale nel rovesciare il sistema che doveva difenderli ed identificarsi con i loro interessi”.

“E tutto si è realizzato nello spirito del Vangelo, senza violenza e prepotenza, senza guerra e rivoluzione, nel reciproco dialogo e con senso di responsabilità – aveva aggiunto –. Il volto della nuova Europa, comune casa europea, iniziò a formarsi in Polonia, grazie a ‘Solidarność ’, e nessun evento può offuscare questo fatto”.

Negli eventi del 1980 risaltò molto l’elemento religioso: confessioni nelle aziende, preghiere, conversioni, sacerdoti che celebravano l’Eucaristia nei luoghi di lavoro. Sul cancello dei Cantieri Navali di Danzica campeggiavano i ritratti di Giovanni Paolo II e le immagini della Madonna di Czestochowa. Purtroppo, la repressione a questa riscoperta della fede da parte degli operai polacchi portò, nel 1984, all’uccisione di un sacerdote, don Jerzy Popieluszko.

Un forte impulso alla svolta dell’agosto 1980 fu dato certamente dal primo pellegrinaggio in Polonia di Giovanni Paolo II nel giugno del 1979, come rivelerà lo stesso Pontefice durante l’udienza ad una delegazione del Sindacato di Lech Walesa, tenutasi nella Sala Clementina in Vaticano il 15 gennaio 1981.

In quell’occasione affermò: “Desidero assicurarvi – sebbene supponga che già lo sappiate – che nel corso di questo difficile periodo io sono stato in modo particolare con voi – soprattutto mediante la preghiera, ma anche manifestando ogni tanto in maniera possibilmente discreta, e nello stesso tempo sufficientemente comprensibile per voi e per tutti gli uomini di buona volontà”.

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ZENIT Staff

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