Benedetto XVI: S. Giovanna d'Arco, modello per i politici

Nell’Udienza generale del mercoledì dedicato alla Pulzella d’Orlèans

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ROMA, mercoledì, 26 gennaio 2011 (ZENIT.org).- La santità di Giovanna d’Arco, nel suo “legame tra esperienza mistica e missione politica”, rappresenta un faro per chi è impegnato nella gestione della cosa pubblica. 

Lo ha detto Benedetto XVI questo mercoledì nell’Aula Paolo VI in occasione della tradizionale Udienza generale di fronte a circa tremila pellegrini, parlando della giovane santa francese, nata nel 1412 ed arsa viva sul rogo come eretica nel 1431, prima di essere riabilitata dalla Santa Sede alcuni anni dopo.

All’inizio il Papa ne ha ricostruito la biografia accostandola a quella di santa Caterina da Siena: “due giovani donne del popolo, laiche e consacrate nella verginità”, “mistiche impegnate” fuori dal chiostro, “in mezzo alle realtà più drammatiche della Chiesa e del mondo del loro tempo”.

Con un’infanzia turbata dal pericolo dell’invasione lorenese e dalla Guerra dei Cento Anni, Giovanna crebbe in una Francia indebolita dalle divisioni insorte fra la casa d’Orléans e quella di Borgogna.

A soli 17 anni iniziò la sua azione politica e, dopo aver cercato di mediare senza successo una vera pace tra armate francese e inglesi, si mise alla testa di una spedizione militare che portò alla liberazione di Orléans.

“La liberazione del suo popolo – ha detto il Papa – è un’opera di giustizia umana, che Giovanna compie nelle carità, per amore di Gesù. Il suo è un bell’esempio di santità per i laici impegnati in politica, soprattutto nelle situazioni più difficili”.

In seguito, dopo la battaglia a Compiègne, venne catturata dai Borgognoni, il Re di Francia non fece alcuno sforzo per ottenere il suo rilascio e dunque venne venduta agli inglesi. Processata da giudici ecclesiastici venne quindi riconosciuta eretica e condannata al rogo.

“I giudici di Giovanna – ha continuato Benedetto XVI – sono radicalmente incapaci di comprenderla, di vedere la bellezza della sua anima: non sapevano di condannare una Santa”.

“Vengono alla mente – ha aggiunto – le parole di Gesù secondo le quali i misteri di Dio sono rivelati a chi ha il cuore dei piccoli, mentre rimangono nascosti a dotti e sapienti”.

Per questo, anche l’appello di Giovanna al giudizio del Papa viene respinto dal Tribunale: “Questo processo è una pagina sconvolgente della storia della santità e anche una pagina illuminante sul mistero della Chiesa, che, secondo le parole del Concilio Vaticano II, è ‘allo stesso tempo santa e sempre bisognosa di purificazione’”.

Occorrerà attendere circa 25 anni affinché nel 1456 Papa Callisto III, al termine di una seconda inchiesta, dichiari la nullità di tale processo. Beatificata nel 1909 da Papa Pio X sarà quindi Benedetto XV a canonizzarla nel 1920 e a dichiararla patrona di Francia.

“Una luminosa testimonianza” per i nostri giorni, ha concluso il Papa: “Santa Giovanna d’Arco ci invita ad una misura alta della vita cristiana: fare della preghiera il filo conduttore delle nostre giornate; avere piena fiducia nel compiere la volontà di Dio, qualunque essa sia; vivere la carità senza favoritismi, senza limiti e attingendo, come lei, nell’Amore di Gesù un profondo amore per la Chiesa”.

Al termine della catechesi, nel salutare i pellegrini di lingua polacca, il Papa ha rivolto un pensiero alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani conclusasi martedì 25 gennaio, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, ed ha detto: “non possiamo mai cessare di pregare e di intraprendere iniziative per costruire la fraterna unità dei discepoli di Cristo”.

Infine rivolgendosi ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli ha ricordato che oggi ricorre la memoria liturgica dei santi Timoteo e Tito, discepoli di san Paolo.

“Cari giovani – ha detto il Santo Padre –, come questi servi fedeli del Vangelo, vi invito a rendere sempre più salda e convinta la vostra adesione a Gesù, per essere veri testimoni in questa società”.

“Invito anche voi, cari malati, sul loro esempio, a fare vostri i sentimenti di Cristo, per trovare conforto in Lui, che continua la sua opera di redenzione nella vita di ogni uomo”.

“E voi, cari sposi novelli – ha concluso –, scoprite ogni giorno nella vita coniugale il mistero di Dio che si dona per la salvezza di tutti, affinché il vostro amore sia sempre più vero, duraturo e solidale verso gli altri”.

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ZENIT Staff

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