Benedetto XVI: la vera gioia sta nel Gesù, “incontrato, seguito, conosciuto, amato”

Discorso introduttivo alla preghiera dell’Angelus

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 15 gennaio 2005 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato questa domenica da Benedetto XVI ad introduzione della preghiera mariana dell’Angelus, recitata con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

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Cari fratelli e sorelle!

Con la scorsa Domenica, nella quale abbiamo celebrato il Battesimo del Signore, è iniziato il tempo ordinario dell’anno liturgico. La bellezza di questo tempo sta nel fatto che ci invita a vivere la nostra vita ordinaria come un itinerario di santità, e cioè di fede e di amicizia con Gesù, continuamente scoperto e riscoperto quale Maestro e Signore, Via, Verità e Vita dell’uomo. E’ quanto, nell’odierna liturgia, ci suggerisce il Vangelo di Giovanni, presentandoci il primo incontro tra Gesù e alcuni di quelli che diventeranno suoi apostoli.

Costoro erano discepoli di Giovanni Battista, e fu proprio lui a indirizzarli a Gesù, quando, dopo il Battesimo nel Giordano, lo indicò come “l’Agnello di Dio” (Gv 1,36). Due dei suoi discepoli, allora, seguirono il Messia, il quale domandò loro: “Che cosa cercate?”. I due gli domandarono: “Maestro, dove abiti?”. E Gesù rispose: “Venite e vedrete”, li invitò cioè a seguirlo e a stare un po’ con Lui. Essi rimasero così colpiti nelle poche ore trascorse con Gesù, che subito uno di loro, Andrea, ne parlò al fratello Simone dicendogli: “Abbiamo trovato il Messia”. Ecco due parole singolarmente significative: “cercare”, “trovare”.

Possiamo estrarre dalla pagina evangelica odierna questi due verbi e ricavare un’indicazione fondamentale per il nuovo anno, che vogliamo sia un tempo in cui rinnovare il nostro cammino spirituale con Gesù, nella gioia di cercarlo e di trovarlo incessantemente. La gioia più vera, infatti, sta nel rapporto con Lui incontrato, seguito, conosciuto, amato, grazie ad una continua tensione della mente e del cuore.

Essere discepolo di Cristo: questo basta al cristiano. L’amicizia col Maestro assicura all’anima pace profonda e serenità anche nei momenti bui e nelle prove più ardue. Quando la fede si imbatte in notti oscure, nelle quali non si “sente” e non si “vede” più la presenza di Dio, l’amicizia di Gesù garantisce che in realtà nulla può mai separarci dal suo amore (cfr Rm 8,39).

Cercare e trovare Cristo, sorgente inesauribile di verità e di vita: la parola di Dio ci invita a riprendere, all’inizio di un nuovo anno, questo cammino di fede mai concluso. “Maestro, dove abiti?”, diciamo anche noi a Gesù ed Egli ci risponde: “Venite e vedrete”.

Per il credente è sempre un’incessante ricerca e una nuova scoperta, perché Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre, ma noi, il mondo, la storia, non siamo mai gli stessi, ed Egli ci viene incontro per donarci la sua comunione e la pienezza della vita. Chiediamo alla Vergine Maria di aiutarci a seguire Gesù, gustando ogni giorno la gioia di penetrare sempre più nel suo mistero.

[Al termine della preghiera dell’Angelus il Papa ha rivolto dei saluti in diverse lingue. In italiano ha detto:]

Si celebra oggi la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Le migrazioni costituiscono un fenomeno assai diffuso nel mondo attuale: sono un “segno dei tempi”. Tale fenomeno si presenta molto variegato: la migrazione infatti può essere volontaria o forzata, legale o clandestina, per motivi di lavoro o di studio.

Se, da una parte, si afferma il rispetto delle diversità etniche e culturali, dall’altra permangono difficoltà di accoglienza e di integrazione. La Chiesa invita a cogliere il positivo che questo segno dei tempi porta in sé, vincendo ogni forma di discriminazione, di ingiustizia e di disprezzo della persona umana, perché ogni uomo è immagine di Dio.

La Diocesi di Roma celebra oggi la Giornata della Scuola Cattolica. Saluto i dirigenti, gli insegnanti, i genitori e gli alunni qui convenuti, e li incoraggio a proseguire nell’impegno per un’educazione integrale, che si sforzi di unire la qualità dell’istruzione e la concezione cristiana dell’uomo e della società. Auspico che sia costante la collaborazione tra famiglia e scuola, come pure che il servizio assicurato dalle scuole cattoliche sia pienamente riconosciuto. Buon anno scolastico!

Rivolgo il mio saluto cordiale ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli della parrocchia di san Bruno Vescovo in Colleferro. A tutti auguro una buona domenica.

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ZENIT Staff

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