Benedetto XVI: la polifonia sacra costituisce un’eredità da conservare e un veicolo di evangelizzazione

Al termine del Concerto nella Cappella Sistina offerto dalla Fondazione Domenico Bartolucci

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 25 giugno 2006 (ZENIT.org).- La polifonia sacra costituisce un’eredità da conservare e tramandare così come un veicolo di evangelizzazione, ha detto questo sabato Benedetto XVI al termine del Concerto nella Cappella Sistina offerto in suo onore dalla Fondazione Domenico Bartolucci.

“Al termine di questo concerto (…) l’animo avverte spontaneo il bisogno di lodare, di benedire, di ringraziare” il Signore “somma bellezza e armonia, che ha dato all’uomo la capacità di esprimersi con il linguaggio della musica e del canto”, ha detto il Pontefice nel rivolgere alcune parole di ringraziamento.

Il Concerto ha presentato una selezione di Mottetti composti da monsignor Domenico Bartolucci – dal 1956, su incarico di Papa Pio XII, Direttore Perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina – intervallati da composizioni di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594).

In particolare, in una sorta di itinerario spirituale, il Concerto ha proposto del maestro Bartolucci dapprima l’Oremus pro Pontifice nostro Benedicto, scritto nell’aprile del 2005 in onore di Benedetto XVI, come preghiera al Signore per il ministero petrino, di cui il Papa si è detto particolarmente onorato.

Successivamente è stata eseguita l’Ave Maria, costruita sulla melodia dell’antifona gregoriana, e che rappresenta l’omaggio tributato da monsignor Bartolucci alla Madre di Dio, nel giorno in cui la liturgia fa memoria del cuore immacolato della Beata Vergine Maria.

Il Mottetto Sanctus Benedictus, eseguito dagli alunni del Pontificio Istituto di Musica Sacra in occasione di un pellegrinaggio all’Abbazia di Montecassino, è invece servito a rievocare il transito di San Benedetto, Patrono d’Europa, al quale il Santo Padre si è più volte richiamato.

In ricordo della recente visita di Benedetto XVI ad Auschwitz, il Super flumina, scritto negli anni giovanili del seminario, ha invece fatto rivivere la desolazione degli ebrei che piangono nel loro esilio a Babilonia mentre pensano con nostalgia a Gerusalemme, patria spirituale perduta.

“Tutti i brani ascoltati – e soprattutto il loro insieme, dove stanno in parallelo i secoli XVI e XX – concorrono a confermare la convinzione che la polifonia sacra, in particolare quella della cosiddetta ‘scuola romana’, costituisce un’eredità da conservare con cura, da tenere viva e da far conoscere”, ha osservato il Papa.

E ciò, ha poi continuato, “a beneficio non solo degli studiosi e dei cultori, ma della Comunità ecclesiale nel suo insieme, per la quale costituisce un inestimabile patrimonio spirituale, artistico e culturale”.

“Un autentico aggiornamento della musica sacra non può avvenire che nel solco della grande tradizione del passato, del canto gregoriano e della polifonia sacra”, ha quindi sottolineato.

“Per questo motivo, nel campo musicale, come anche in quelli delle altre forme artistiche, la Comunità ecclesiale ha sempre promosso e sostenuto quanti ricercano nuove vie espressive senza rinnegare il passato, la storia dello spirito umano, che è anche storia del suo dialogo con Dio”, ha osservato.

Al termine del discorso il Papa ha invitato i presenti a rivolgere il proprio sguardo alla Vergine Maria.

“Alla sua materna protezione affidiamo in modo particolare tutti i cultori del canto sacro, affinché, sempre animati da genuina fede e da sincero amore per la Chiesa, offrano il loro prezioso contributo alla preghiera liturgica e concorrano efficacemente all’annuncio del Vangelo”, ha infine concluso.

La Fondazione Domenico Bartolucci nasce a Roma nel giugno del 2003, ricevendo sin dall’inizio l’incoraggiamento da parte di un Comitato d’Onore presieduto dal Cardinale Sergio Sebastiani, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.

Monsignor Domenico Bartolucci ha diretto la Cappella Musicale Pontificia durante le liturgie papali e nei numerosissimi concerti tenuti in tutti i continenti nei quali la Sistina ha compiuto la sua missione di evangelizzazione testimoniando l’arte e la fede della Chiesa cattolica e mantenendo vivo l’inestimabile patrimonio del canto gregoriano e della polifonia sacra.

A questo scopo, la Fondazione ha dato vita ad un Coro di professionisti impegnati nell’approfondimento del repertorio polifonico che, sotto la direzione del Maestro Bartolucci, è stato protagonista, nel 2004 e nel 2005, della Rassegna “La Polifonia della Scuola romana”, volta a diffondere la tradizione classica e contemporanea di questa celebre Scuola che si è sempre contraddistinta per la particolare impostazione incentrata sul puro canto, senza accompagnamento di strumenti.

La Fondazione Bartolucci ha inoltre lo scopo di far conoscere le composizioni del Maestro la cui vasta produzione comprende, oltre al repertorio scritto per la liturgia, anche musiche cameristiche, organistiche, madrigali e monumentali Oratori Sacri per soli, coro e orchestra, più volte eseguiti anche in Vaticano.

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ZENIT Staff

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