Benedetto XVI: la legalizzazione dell'aborto, “ferita” nella società

Riceve in udienza il Movimento per la Vita a 30 anni dalla legge 194

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 12 maggio 2008 (ZENIT.org).- Una “ferita” nella società: così Benedetto XVI ha definito questo lunedì mattina la legalizzazione dell’aborto ricevendo in udienza i membri del Movimento per la Vita (MpV), tra cui un centinaio di giovani e diversi dirigenti di Movimenti per la vita europei.

All’inizio dell’incontro Carlo Casini, Presidente del MpV, ha rivolto al Papa un indirizzo di saluto a nome dei presenti rivelando l’intenzione di presentare alle Istituzioni europee nel prossimo dicembre una petizione denominata “Per la vita e la dignità dell’uomo”, in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Una petizione analoga a quella promossa sempre dal MpV nel 1988 e che segue a breve distanza la Risoluzione n.1607 adottata questo mese dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d´Europa, nella quale si chiede ai Paesi membri di garantire alle donne il diritto all’aborto.

Casini ha poi voluto ringraziare il Papa per la sua “incessante e profonda meditazione sulla vita umana. Sentiamo che il suo magistero deve essere tradotto in opere con particolare slancio e convinzione”.

“Siamo già certi della sua vicinanza, già manifestataci in tanti modi”, ha quindi concluso.

A trent’anni dall’uscita della legge 194, ha constatato il Papa, “non si può non riconoscere che difendere la vita umana è diventato oggi praticamente più difficile, perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo”.

Come conseguenza, osserva, è derivato “un minor rispetto per la stessa persona umana, valore questo che sta alla base di ogni civile convivenza, al di là della fede che si professa”.

Benedetto XVI ha riconosciuto che le cause che conducono a “decisioni dolorose come l’aborto” sono “molte e complesse”, ed ha richiamato l’impegno della Chiesa “a sostegno delle donne e delle famiglie per creare condizioni favorevoli all’accoglienza della vita, e alla tutela dell’istituto della famiglia fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna”.

L’aver permesso di ricorrere all’interruzione della gravidanza, denuncia, “non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze”.

Il Papa ha poi affrontato la questione delle difficoltà affrontate dalle famiglie o dai giovani che non non riescono a sposarsi.

Tra questi, il Papa ha citato “la mancanza di lavoro sicuro, legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternità, l’impossibilità di assicurare un sostentamento adeguato ai figli, sono alcuni degli impedimenti che sembrano soffocare l’esigenza dell’amore fecondo, mentre aprono le porte a un crescente senso di sfiducia nel futuro”.

Di fronte a questa situazione, ha avvertito, è necessario “unire gli sforzi perché le diverse Istituzioni pongano di nuovo al centro della loro azione la difesa della vita umana e l’attenzione prioritaria alla famiglia, nel cui alveo la vita nasce e si sviluppa”.

Quanto ai cristiani, sono chiamati a “proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi”.

Per questa ragione, Benedetto XVI ha ringraziato per l’impegno portato avanti dai 300 Centri di aiuto alla vita sparsi in tutta Italia, che incontrano ogni anno cinquantamila donne in difficoltà, offrendo loro assistenza e solidarietà, e che in trent’anni hanno aiutato a far nascere circa 85.000 bambini.

Dal 1994, inoltre, il MpV ha dato vita anche al Progetto Gemma (numero verde di SosVita: 800.813000), un servizio di adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà economiche, tentate di non accogliere il proprio bambino e che finora ha assicurato a 14.000 bambini e alle loro madri un sostegno mensile per un anno e mezzo.

“E’ necessario testimoniare in maniera concreta che il rispetto della vita è la prima giustizia da applicare”, ha dichiarato il Papa, sottolineando che “per chi ha il dono della fede questo diventa un imperativo inderogabile”.

In quest’anno in cui ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, il Papa ha lodato l’impegno del MpV “nell’ambito politico come aiuto e stimolo alle Istituzioni, perché venga dato il giusto riconoscimento alla parola ‘dignità umana’”.

“Quante vite umane avete salvato dalla morte!”, ha esclamato.

“Proseguite su questo cammino e non abbiate paura – ha concluso –, perché il sorriso della vita trionfi sulle labbra di tutti i bambini e delle loro mamme”.

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ZENIT Staff

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