Benedetto XVI: la fede educata genera nuovi evangelizzatori

Nel Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 22 febbraio 2008 (ZENIT.org).- E’ solo “in un terreno spiritualmente ben coltivato” che fioriscono le vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata, sottolinea Benedetto XVI.

E’ quanto afferma il Papa nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che verrà celebrata il 13 aprile 2008 sul tema “Le vocazioni al servizio della Chiesa-missione”.

“Perché la Chiesa possa continuare a svolgere la missione affidatale da Cristo e non manchino gli evangelizzatori di cui il mondo ha bisogno – osserva –, è necessario che nelle comunità cristiane non venga mai meno una costante educazione alla fede dei fanciulli e degli adulti”.

Inoltre, aggiunge, “è necessario mantenere vivo nei fedeli un attivo senso di responsabilità missionaria e di partecipazione solidale con i popoli della terra”.

In particolare, spiega, “il dono della fede chiama tutti i cristiani a cooperare all’evangelizzazione. Questa consapevolezza va alimentata attraverso la predicazione e la catechesi, la liturgia e una costante formazione alla preghiera”.

“Va incrementata con l’esercizio dell’accoglienza, della carità, dell’accompagnamento spirituale, della riflessione e del discernimento, come pure con una progettazione pastorale”.

Tuttavia, anche se in virtù dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione ogni cristiano è chiamato a testimoniare e ad annunciare il Vangelo, constata il Papa, “la dimensione missionaria è specialmente e intimamente legata alla vocazione sacerdotale”.

I sacerdoti sono “chiamati a dispensare la Parola di Dio, amministrare i sacramenti, specialmente l’Eucaristia e la Riconciliazione” e sono “votati al servizio dei più piccoli, dei malati, dei sofferenti, dei poveri e di quanti attraversano momenti difficili in regioni della terra dove vi sono, talora, moltitudini che ancora oggi non hanno avuto un vero incontro con Gesù Cristo”.

“Ad esse i missionari recano il primo annuncio del suo amore redentivo”, osserva sottolineando che le statistiche testimoniano come il numero dei battezzati aumenti ogni anno “grazie all’azione pastorale di questi sacerdoti, interamente consacrati alla salvezza dei fratelli”.

In questo contesto, “speciale riconoscenza” spetta ai sacerdoti fidei donum (sacerdoti inviati come missionari dalle diocesi più antiche alle Chiese giovani di altri continenti), che “con competenza e generosa dedizione edificano la comunità annunciandole la Parola di Dio e spezzando il Pane della vita, senza risparmiare energie nel servizio alla missione della Chiesa”.

Il Papa ricorda quindi come “da sempre” nella Chiesa ci siano anche “non pochi uomini e donne che, mossi dall’azione dello Spirito Santo, scelgono di vivere il Vangelo in modo radicale, professando i voti di castità, povertà ed obbedienza”.

“Con la loro preghiera continua e comunitaria, i religiosi di vita contemplativa intercedono incessantemente per tutta l’umanità; quelli di vita attiva, con la loro multiforme azione caritativa, recano a tutti la testimonianza viva dell’amore e della misericordia di Dio”, configurandosi come “apostoli del nostro tempo”.

“Occorre ringraziare Dio per i tanti sacerdoti che hanno sofferto fino al sacrificio della vita per servire Cristo – sottolinea il Pontefice –. Si tratta di testimonianze commoventi che possono ispirare tanti giovani a seguire a loro volta Cristo e a spendere la loro vita per gli altri, trovando proprio così la vita vera”.

“Attraverso i suoi sacerdoti – conclude –, Gesù dunque si rende presente fra gli uomini di oggi, sino agli angoli più remoti della terra”.

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ZENIT Staff

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