Benedetto XVI ai giovani: "il futuro dell'umanità nuova è Dio"

Discorso nello Stadio dos Coqueiros di Luanda

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LUANDA, lunedì, 23 marzo 2009 (ZENIT.org).- Rivolgendosi questo sabato ai giovani riuniti nello Stadio dos Coqueiros di Luanda (Angola), Benedetto XVI ha ricordato che “Dio fa la differenza” ed è il futuro dell’umanità.

Nel suo discorso, il Papa ha voluto in primo luogo salutare “tutti i giovani, cattolici e non cattolici”, giunti per incontrarlo, ringraziandoli “per questa festa che voi mi fate, per questa festa che voi siete”.

“Incontrare i giovani fa bene a tutti! – ha esclamato -. Essi hanno a volte tante difficoltà, ma portano con sé tanta speranza, tanto entusiasmo, tanta voglia di ricominciare”.

Rivolgendosi ai ragazzi presenti come a dei “carissimi amici”, il Papa ha detto loro che “Dio fa la differenza… Di più! Dio ci fa differenti, ci fa nuovi”, come promette Egli stesso: “Ecco io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).

“Essendo salito al Cielo ed essendo entrato nell’eternità, Gesù Cristo è diventato Signore di tutti i tempi – ha spiegato -. Perciò, può farsi nostro compagno nel presente, portando il libro dei nostri giorni nella sua mano: in essa sostiene fermamente il passato, con le sorgenti e le fondamenta del nostro essere; in essa custodisce gelosamente il futuro, lasciandoci intravedere l’alba più bella di tutta la nostra vita che da lui irradia, ossia la risurrezione in Dio”.

“Il futuro dell’umanità nuova è Dio”, ha dichiarato il Pontefice, ricordando che “la Chiesa, nello scorrere degli anni, non invecchia; anzi diventa sempre più giovane, perché cammina incontro al Signore, avvicinandosi ogni giorno di più alla sola e vera sorgente da dove scaturisce la gioventù, la rigenerazione, la forza della vita”.

Benedetto XVI ha riconosciuto che non è facile avere speranza dopo essere passati per fatti terribili come la guerra civile che ha sconvolto l’Angola per quasi trent’anni. “Vedo qui presenti alcuni delle migliaia di giovani angolani mutilati in conseguenza della guerra e delle mine, penso alle innumerevoli lacrime che tanti di voi hanno versato per la perdita dei familiari, e non è difficile immaginare le nubi grigie che coprono ancora il cielo dei vostri sogni migliori”, ha confessato.

“Leggo nel vostro cuore un dubbio, che voi rivolgete a me: ‘Questo è ciò che abbiamo. Quello che tu ci dici non si vede!'”, ha aggiunto, ricordando che “Gesù non ci lascia senza risposta; ci dice chiaramente una cosa: il rinnovamento inizia dentro; riceverete una forza dall’Alto. La forza dinamica del futuro si trova dentro di voi”.

“Si trova dentro… ma come?”, ha chiesto, rispondendo “come la vita è dentro un seme”. “Nel seme è presente il futuro, perché il seme porta dentro di sé il pane di domani, la vita di domani. Il seme sembra quasi niente, ma è la presenza del futuro, è promessa presente già oggi; quando cade in terra buona fruttifica trenta, sessanta ed anche cento volte tanto”.

“Amici miei, voi siete un seme gettato da Dio nella terra; esso porta nel cuore una forza dell’Alto, la forza dello Spirito Santo. Tuttavia per passare dalla promessa di vita al frutto, la sola via possibile è offrire la vita per amore, è morire per amore”.

E’ ciò che ha fatto Gesù, la cui crocifissione “sembra il fallimento totale, ma non lo è”, perché caduto in terra “Egli ha potuto dar frutto in ogni tempo e lungo tutti i tempi”.

“Lui si dona a noi e noi rispondiamo donandoci agli altri per amore suo. Questa è la via della vita; ma sarà possibile percorrerla alla sola condizione di un dialogo costante con il Signore e di un dialogo vero tra voi”, ha osservato.

Il Papa ha riconosciuto che “la cultura sociale dominante” non aiuta “a vivere la Parola di Gesù e neppure il dono di voi stessi a cui Egli vi invita secondo il disegno del Padre”.

“Carissimi amici, la forza si trova dentro di voi”, “perciò non abbiate paura di prendere decisioni definitive”, ha detto esortando i giovani.

“Generosità non vi manca – lo so! Ma di fronte al rischio di impegnarsi per tutta la vita, sia nel matrimonio che in una vita di speciale consacrazione, provate paura”. “Ma quando il giovane non si decide, corre il rischio di restare un eterno bambino!”.

“Coraggio! – ha concluso -. Osate decisioni definitive, perché in verità queste sono le sole che non distruggono la libertà, ma ne creano la giusta direzione, consentendo di andare avanti e di raggiungere qualcosa di grande nella vita. Non c’è dubbio che la vita ha valore soltanto se avete il coraggio dell’avventura, la fiducia che il Signore non vi lascerà mai soli”.

All’inizio dell’incontro con il Papa, monsignor Almeida Kanda, Vescovo di Ndalatando e incaricato della pastorale giovanile della Conferenza Episcopale Angolana, ha salutato il Pontefice dicendo che la sua visita rappresentava “una gioia e un onore per tutti i giovani”, che “riconoscono quanto sia grande e premurosa l’attenzione con cui Sua Santità accompagna la vita e il lavoro apostolico dei giovani, dato che non c’è un momento – per così dire – del suo magistero in cui i giovani non siano presenti”.

“Realmente i giovani Le debbono molto”, ha affermato secondo quanto riporta “L’Osservatore Romano”, aggiungendo che “i giovani angolani e di São Tomé vogliono manifestare tutta la loro gratitudine e ribadire il loro proposito di evangelizzare il mondo giovanile”, “coraggiosi e audaci nello stile di vita di Gesù Cristo”.

L’evangelizzazione, ha ricordato, “è inattuabile senza l’entusiasmo giovanile, senza la giovinezza del cuore, senza un insieme di qualità di cui la gioventù è prodiga: gioia, speranza, trasparenza, sincerità, audacia, creatività”.

Dopo il saluto del presule, una ragazza si è rivolta al Papa esclamando: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore e che ci visita come un sole nascente, colmando di giubilo i nostri cuori!”.

 

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ZENIT Staff

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