Il Beato Francesco Maria Greco - Piccole Operaie dei Sacri Cuori

Beatificato a Cosenza il sacerdote calabrese Francesco Maria Greco

Il card. Amato ha presieduto il rito di beatificazione del parroco, fondatore delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori, ricordandone il fervido apostolato

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È stato beatificato nel pomeriggio a Cosenza, nello Stadio comunale San Vito, il sacerdote calabrese Francesco Maria Greco, nato ad Acri nel 1857 e lì morto nel 1931. Un “instancabile apostolo del Vangelo” lo ha definito Papa Francesco nella lettera apostolica che autorizza l’iscrizione del sacerdote fra i beati.
A presiedere la messa con il rito di beatificazione è stato il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il quale nella sua omelia – riportata da L’Osservatore Romano – ha sottolineato che la figura don Greco si unisce alle fila di Santi e Beati che hanno reso feconda la Chiesa in Calabria e, in modo particolare, l’arcidiocesi cosentina: San Francesco di Paola, Sant’Umile da Bisignano, il beato Angelo d’Acri, l’oblato minimo Nicola Saggio da Longobardi, canonizzato da Papa Francesco, il 23 novembre 2014. Senza contare, inoltre, i numerosi servi e serve di Dio e i venerabili di queste terre di antica tradizione cristiana.
Da non dimenticare, poi, ha ricordato Amato, che è la seconda volta nel giro di pochi anni che lo stadio San Vito di Cosenza ospita una beatificazione, dopo quella di Madre Elena Aiello, avvenuta il 14 settembre 2011. A tal proposito il cardinale ha accostato l’immagine del campo sportivo a quella di una cattedrale. “La santità come lo sport — ha detto — è una palestra di vita cristiana, fatta di esercizio, disciplina e agonismo”.
Riguardo al nuovo beato, il porporato ha ricordato come egli fosse un uomo di cultura, che aveva posto l’istruzione religiosa a base dell’apostolato. “L’istruzione catechistica – ha raccontato – veniva impartita personalmente da lui ogni giorno e spesso affrontava, col sorriso sulle labbra, i viaggi più faticosi per portare nei paesi più remoti e desolati un raggio di fede, una parola di speranza e un aiuto concreto ai bisognosi”.
Il suo fervore e il suo esempio smossero gli animi a seguirlo; per questo egli fondò l’ordine delle Piccole Operaie dei Sacri cuori, l’Associazione delle Figlie del Sacro Cuore, l’oratorio festivo per ragazzi, l’apostolato della preghiera e vari circoli ricreativi. In particolare il sacerdote incentivò anche la pastorale vocazionale, instradando i giovani alla vita sacerdotale e religiosa. “Li teneva vicino a sé e li seguiva, diventando per ognuno di essi amico e fratello incomparabile”, ha detto Amato.
Due strumenti del suo apostolato parrocchiale furono la predicazione e l’amministrazione del sacramento della riconciliazione, ha poi aggiunto. “Le sue parole erano semplici e chiare: non battevano l’aria, ma toccavano i cuori”; egli “mirava alla formazione e al consolidamento di atteggiamenti di concordia e non di divisione, di rispetto e non di disprezzo, di umiltà e non di superbia” che – diceva – è “figlia dell’ignoranza, inietta nei cuori il letale veleno dell’invidia e dell’avarizia”.
Il Beato, soprattutto “mediante il suo intenso apostolato nel confessionale”, “infondeva nei cuori la medicina del perdono e il balsamo della consolazione e della gioia”. La sua opera, grazie alle suore, si diffuse in Calabria e nell’Italia meridionale, toccando anche le popolazioni di origine albanese di rito greco bizantino. I fedeli erano attratti da questo sacerdote “come da una calamita e subito lo ritennero un santo”.
Lui, come tutti i santi nelle nostre città, – ha sottolineato il card. Amato – sono “una indispensabile riserva non solo di virtù cristiane ma anche di valori umani come la gioia, la concordia, l’amicizia, la fraternità, la misericordia. Essi sono il sale della terra e la luce del mondo”. Una vocazione incarnata in maniera esemplare dalla testimonianza del nuovo beato e delle suore Piccole Operaie dei Sacri cuori. “La santità, con i fiori e i frutti delle sue virtù — ha concluso il porporato – è la primavera di ogni esistenza. Che questo giorno sia l’inizio per tutti noi di una vita rinnovata”.

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ZENIT Staff

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