Chernobyl

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Bartolomeo: "Il disastro di Chernobyl ci insegni a dire 'no' alle tecnologie distruttive"

Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli invita a ricordare i nomi di coloro che sono morti per ricordare “le tragiche conseguenze dei nostri fallimenti”

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Era il 26 aprile 1986 quando a Chernobyl, nell’attuale Ucraina, durante l’esecuzione di un test di simulazione di guasto al sistema di raffreddamento di un reattore in una centrale nucleare, si consumò il più grande disastro nucleare della storia.
Un evento che va ricordato per sempre. “Ricordare i nomi di coloro che sono morti e ricordare le tragiche conseguenze dei nostri fallimenti”. Questa la consegna che ci lascia la storia, secondo il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo. In un messaggio pubblicato per l’occasione, il rappresentante ortodosso sottolinea che da quel disastro dobbiamo anche “imparare a dire ‘no’ alle tecnologie con effetti distruttivi”, nonché ad essere in grado “di dire ‘basta’ davanti alla mentalità consumistica e alla competizione dell’economia di mercato” e infine “dire ‘sì’ e inchinarci davanti alla realtà che ci sovrasta, quella del Creatore di tutta la creazione”.
Posta l’importanza della memoria, Bartolomeo fa appello dunque affinché non si ripetano gli errori. “Abbiamo raggiunto – scrive – un livello di sviluppo tecnologico tale che dobbiamo imparare a dire ‘no’ alla tecnologia che distrugge. Abbiamo bisogno di un’etica della tecnologia. Ci è stato dato in dono uno splendido pianeta, ma le sue risorse non sono infinite. I numerosi disastri naturali hanno dimostrato in maniera ampia il costo umano, finanziario ed ecologico della ricerca smodata del profitto”.
Ecco perché, aggiunge Bartolomeo, “dobbiamo imparare anche a dire ‘basta’ alla mentalità del consumismo e della competizione dell’economia di mercato. È arrivato il momento di essere onesti con Dio, riconoscendo che il Vangelo cristiano mira anche a ridurre avarizia e avidità”. Contestualmente, dobbiamo imparare “a dire ‘sì’ alla realtà che ci sovrasta, al Creatore di tutta la creazione, davanti al quale dovremmo inginocchiarci con umiltà e arrenderci con la preghiera, riconoscendo che Lui e tutto ciò che ha creato è per tutti, non soltanto per i nostri desideri egoistici”.
Secondo il Patriarca, Chernobyl “dovrebbe essere una lezione sul contenimento di noi stessi e sulla condivisione di ciò che abbiamo. Mostriamo compassione, mostriamo rispetto e costruiamo la pace, non soltanto con i nostri vicini ma con tutta la creazione”.

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ZENIT Staff

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