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Baghdad: Sako apre la Porta Santa in un campo profughi

Il patriarca caldeo confida la sua speranza in un ritorno in patria dei cristiani iracheni

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Il patriarca caldeo di Babilonia, monsignor Luis Sako, ha benedetto e inaugurato la Porta Santa della cappella nel campo profughi della Vergine Maria a Baghdad.

“Un bello ed eloquente segno della misericordia di Dio che viene a noi, è stata una fonte di grande conforto per i nostri fedeli rifugiati, che hanno vissuto una vera e propria festa”, ha dichiarato il parroco della cattedrale latina di Baghdad, padre Luis Montes, IVE, sulla pagina Amici dell’Iraq.

“Ora gli iracheni hanno la possibilità di lucrare le indulgenze ‘a casa’ perché l’Emmanuele, il Dio con noi, si è fatto vicino a loro”, ha aggiunto padre Montes

“Il Patriarca ha tenuto un’omelia di grande impatto emotivo, ricordando la fuga dei cristiani dalla Piana di Ninive, da lui paragonata alla fuga in Egitto della Sacra Famiglia, e ha utilizzato una frase molto significativa, quando ha fatto riferimento ai cristiani che hanno lasciato tutto: ‘sono andati via con indosso soltanto i loro vestiti e la loro fede’. È come la sintesi di ciò che hanno: nulla di materiale e l’abbondanza spirituale”, ha sottolineato una religiosa dell’Istituto del Verbo Incarnato.

Intervistato dalla Radio Vaticana, monsignor Sako ha ricordato che ai cristiani iracheni non bastano atti ‘simbolici’ da  parte del governo (come l’erezione di alberi di Natale nei luoghi istituzionali come il Parlamento): urge una piena libertà religiosa, “atti di pari cittadinanza, gli stessi diritti degli altri”.

Come la Sacra Famiglia, i cristiani del Medio Oriente fuggono in luoghi più sicuri, ma il Patriarca si è detto certo che “questo pericolo finirà” e che “i villaggi della Piana di Ninive, di Mosul, saranno liberati presto e potranno ritornare a festeggiare”.

In conclusione Sako ha dichiarato di rispettare la scelta di chi va via, confidando però la sua speranza che “tutti rimangano qui, dove c’è la nostra identità”.

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ZENIT Staff

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