Incontro con i Volontari della GMG Stadio Rommel Fernandez - Foto © Servizio Fotografico - Vatican Media

"Avete fatto un’esperienza di fede più viva, più reale"

Incontro con i Volontari della GMG Stadio Rommel Fernandez – Discorso del Santo Padre

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Cari volontari,
Prima di terminare questa Giornata Mondiale della Gioventù, ho voluto incontrarmi con tutti voi per ringraziare ciascuno del servizio che avete compiuto in questi giorni e durante gli ultimi mesi che hanno preceduto la Giornata.
Grazie a Bartosz, Stella Maris del Carmen e Maria Margarida per aver condiviso le loro esperienze in prima persona. Com’è importante ascoltarvi e renderci conto della comunione che si crea quando ci uniamo per servire gli altri!
Sperimentiamo come la fede acquista un sapore e una forza completamente nuovi: diventa più viva, dinamica e reale. Si sperimenta una gioia diversa per aver avuto l’opportunità di lavorare fianco a fianco con gli altri per raggiungere un sogno comune. So che tutti voi avete sperimentato questo. Voi ora sapete come batte il cuore quando si vive una missione, e non perché qualcuno ve l’ha raccontato, ma perché l’avete vissuto. Avete toccato con mano che «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13).
E avete dovuto anche vivere momenti duri che vi hanno richiesto diversi sacrifici. Come ci dicevi, Bartosz, uno sperimenta anche le proprie debolezze. Il bello è che queste debolezze non ti hanno fermato nel tuo impegno e nemmeno sono diventate la cosa centrale e più importante. Le hai sperimentate nel servizio, sì; cercando di capire e di servire gli altri volontari e i pellegrini, certo; però hai avuto il coraggio di non farti frenare da questo, di non farti paralizzare, e sei andato avanti.
Così è la bellezza di saperci inviati, la gioia di sapere che al di sopra di tutti gli inconvenienti abbiamo una missione da portare avanti. Non lasciare che i limiti, le debolezze e nemmeno i peccati ci frenino e ci impediscano di vivere la missione, perché Dio ci chiama a fare quello che possiamo e a chiedere quello che non possiamo, sapendo che il suo amore ci prende e ci trasforma in maniera graduale (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 49-50). Hai messo il servizio e la missione al primo posto, e il resto vedrai che verrà in aggiunta.
Grazie a tutti, perché in questi giorni siete stati attenti e disponibili fino ai più piccoli, quotidiani e apparentemente insignificanti dettagli, come offrire un bicchier d’acqua, e – contemporaneamente – avete seguito le cose più grandi che richiedevano molta pianificazione. Avete preparato ogni particolare con gioia, creatività e impegno, e con molta preghiera. Perché le cose pregate si sentono in profondità. La preghiera dà spessore e vitalità a tutto quello che facciamo. Pregando scopriamo di far parte di una famiglia più grande di quanto possiamo vedere e immaginare. Pregando “apriamo il gioco” alla Chiesa che ci sostiene e ci accompagna dal cielo, ai santi e alle sante che ci hanno segnato il cammino, ma soprattutto “apriamo il gioco” a Dio.
Avete voluto dedicare il vostro tempo, le energie, le risorse a sognare e costruire questo incontro. Avreste perfettamente potuto scegliere altre cose, ma avete voluto impegnarvi. Dare il meglio di voi per rendere possibile il miracolo della moltiplicazione non solo dei pani ma della speranza. Qui, ancora una volta, dimostrate che è possibile rinunciare ai propri interessi a favore degli altri. Come hai fatto anche tu, Stella Maris, che avevi raccolto centesimo su centesimo per poter partecipare alla GMG a Cracovia, ma hai rinunciato per poter garantire l’aiuto dei tuoi tre nonni. Hai rinunciato a partecipare a qualcosa che ti piaceva e che avevi sognato per poter aiutare e sostenere la tua famiglia, per onorare le tue radici; e il Signore, senza che te lo aspettassi né lo pensassi, ti stava preparando il regalo che la GMG sarebbe venuta nella tua terra. Come Stella Maris, anche molti di voi hanno fatto rinunce di ogni tipo. Avete dovuto accantonare sogni per prendervi cura della vostra terra, delle vostre radici. Questo il Signore lo benedice sempre, e non si lascia vincere in generosità.
Ogni volta che rinviamo qualcosa che ci piace per il bene degli altri e specialmente dei più fragili, o delle nostre radici come sono i nostri nonni e anziani, il Signore ce lo restituisce al cento per uno. Perché nella generosità nessuno può vincerlo, nell’amore nessuno può superarlo. Amici, date e vi sarà dato, e sperimenterete come il Signore vi verserà in grembo «una misura buona, pigiata, colma e traboccante» (Lc 6,38). Avete fatto un’esperienza di fede più viva, più reale; avete vissuto la forza che nasce dalla preghiera e la novità di una gioia diversa frutto del lavoro fianco a fianco anche con persone che non conoscevate. Adesso viene il momento dell’invio: andate e raccontate, andate e testimoniate, andate e trasmettete quello che avete visto e udito. Tutto questo, cari amici, fatelo conoscere. Non con tante parole ma, come avete fatto qui, con gesti semplici e quotidiani, quelli che trasformano e fanno nuove tutte le ore. Chiediamo al Signore la sua benedizione. Che benedica le vostre famiglie e comunità e tutte le persone con cui vi troverete e vi incontrerete nel prossimo futuro. Mettiamoci anche sotto il manto della Vergine Santa. Che lei vi accompagni sempre. E come vi dissi a Cracovia, non so se ci sarò alla prossima GMG, ma Pietro sicuramente ci sarà e vi confermerà nella fede. Andate avanti, con forza e coraggio e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!

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ZENIT Staff

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