"Attenzione e ascolto ai giovani. L'apostolato dell'orecchio stanca ma fa bene"

Il Papa riceve in udienza l’Associazione cattolica internazionale di servizi per la gioventù femminile (Acisjf), che dall’800 accoglie e assiste giovani donne in difficoltà

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Sostegno materiale e spirituale alle giovani donne che versano in una profonda precarietà, attenzione e ascolto verso chi oggi soffre. Il tutto realizzando una “rivoluzione della tenerezza”.

Questo il mandato consegnato oggi dal Papa nel suo discorso ai 60 membri dell’Associazione cattolica internazionale di servizi per la gioventù femminile (Acisjf), ricevuti stamane in Sala Clementina in Vaticano in occasione della loro assemblea generale.

Il Pontefice ringrazia anzitutto l’organismo che, sin dalla fine dell’800 quando ebbe il sostegno di papa Leone XIII, accoglie e assiste giovani donne in condizioni di fragilità. Incoraggia quindi a proseguire tale lavoro ampliando lo sguardo alle sfide di oggi, ponendosi “al servizio della vita e della dignità della persona”. Anche perché – osserva il Santo Padre – sono tanti i fenomeni in crescita nel mondo attuale, quello migratorio in primis, ma anche quello di donne, ragazze, mogli e madri toccate da “molteplici forme di povertà”, il cui numero tende a salire.

“Quanto bisogno di accoglienza hanno queste giovani, quanto bisogno di accoglienza!”, esclama Francesco. Invoca quindi una “nuova creatività” per andare incontro a questa gente, perché – sottolinea -“è una vera felicità servire gli altri, come Gesù”. Mediante “attività permanenti di accoglienza e anche attraverso una riflessione” per affrontare le sfide attuali, “la vostra azione vuole essere al servizio della vita e della dignità della persona, testimoniando che ‘l’autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, … cioè dal servizio’”.

Per far ciò, anzitutto, c’è bisogno di “attenzione e ascolto”, perché proprio di questo hanno bisogno le giovani donne a cui la Acisjf si rivolge, afferma il Papa. “Quel tanto umano e tanto divino ‘apostolato dell’orecchio’ stanca, è stancante, ma fa tanto bene”, dice. Perciò ascoltando e prestando attenzione a loro “potete aiutarle a crescere nella fiducia, a trovare dei punti di riferimento e a progredire nella maturità umana e spirituale, nutrita dai valori evangelici. Poteteessere nei loro confronti testimoni credibili, perché facciano esperienza della gioia di sapersi amate da Dio, loro Padre, e chiamate alla felicità”. 

L’invito è quindi a lasciarsi “istruire” dai giovani, che, “pur nelle loro difficoltà, testimoniano spesso quelle virtù essenziali che sono la fraternità e la solidarietà” e “ci ricordano che siamo fragili e che dipendiamo da Dio e dagli altri”. L’augurio, invece, è che “lo sguardo misericordioso del Padre ci aiuti ad accogliere le nostre povertà per andare avanti con fiducia ed impegnarci insieme in quella rivoluzione della tenerezza della quale Gesù ci ha aperto il cammino”.

“È bello – ribadisce infatti Bergoglio – essere suoi discepoli-missionari, per consolare, illuminare, lenire, ascoltare, liberare, accompagnare. L’esperienza che Lui ci ha donato mediante la sua Risurrezione è una forza vitale che penetra il mondo e sulla quale potete appoggiarvi ogni giorno, perché risponde alle aspirazioni più profonde del cuore”.

Bisogna allora andare avanti con questa certezza, continuando “ad annunciare a tutti la gioia del Vangelo, tenendo in considerazione la diversità delle culture, delle tradizioni religiose, delle provenienze delle giovani che volete servire, come pure le ricchezze che esigono di essere accolte con rispetto”.

L’importante è non perdere mai “lo slancio” originario dell’Associazione, raccomanda il Papa, affinché “cresca il sentimento di appartenenza alla Chiesa, che è una grande famiglia” e perché “giunga a buon fine la missione al servizio dei piccoli, per i quali Gesù ha un amore di predilezione”.

Il testo completo del discorso di papa Francesco si può scaricare qui.

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ZENIT Staff

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