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Attentato Nizza: Isis rivendica. Si dimette per protesta il vicepresidente degli imam francesi

Hocine Drouiche: “Rifiuto queste istituzioni incompetenti che non fanno nulla per la pace sociale”. Riaperta stamane la Promenade des Anglais. Hollande: “Rafforzeremo le operazioni contro i terroristi”

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Il sedicente Stato Islamico ha rivendicato la strage avvenuta nella notte del 14 luglio a Nizza. Attraverso la loro agenzia di stampa, i terroristi fanno sapere che l’autore dell’attentato, il franco-tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel, è affiliato dell’Isis: “Un soldato che ha compiuto l’attentato in risposta agli appelli a colpire la popolazione degli Stati della coalizione che combatte lo Stato islamico”.

Già venerdì sera i jihadisti pubblicavano messaggi di giubilo sui loro canali Twitter e Telegram per la strage che ha visto la morte di 84 persone, tra cui 10 bambini, lungo il celebre Promenade des Anglais. Numerose vittime non sono state ancora identificate; in mattinata era prevista una cerimonia di omaggio ad esse dedicata ma, per motivi di sicurezza, è stata annullata.

Intanto, mentre nelle strutture sanitarie di Nizza circa 50 persone lottano tra la vita e la morte, proseguono le operazioni degli investigatori: cinque le persone arrestate finora, tra cui la moglie dell’attentatore. Quest’ultimo, ha riferito il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, dopo il meeting straordinario del Governo convocato all’Eliseo, “non si era distinto negli ultimi anni per un’adesione all’ideologia islamista radicale, ma sembra che si sia radicalizzato molto rapidamente”. Originario del nord-est della Tunisia, Bouhlel era noto alle autorità francesi per aver commesso violenze e furti e nel 2016 era stato anche condannato a una pena di 6 mesi di carcere per violenza volontaria. Mai, però, era stato segnalato come islamico radicalizzato. 

Cazeneuve ha poi placato le polemiche sulla scarsa sicurezza della polizia di Nizza che ha lasciato passare un camion di tali dimensioni in un luogo così affollato in cui si svolgevano le celebrazioni pubbliche per la Festa nazionale. Secondo alcuni media locali, il tir avrebbe ricevuto il via libera dopo aver dichiarato di dover consegnare dei gelati. Il ministro però smentisce tali versioni e ribadisce che la polizia non ha mai lasciato che il camion dell’orrore passasse in qualche modo verso la Promenade des Anglais. È riuscito ad accedervi “salendo in modo molto violento sul marciapiedi”; di qui l’inseguimento delle forze dell’ordine.

La Promenade è stata parzialmente riaperta al pubblico questa mattina, fatta eccezione per i circa 300 metri che hanno visto la strage. Numerosi i cittadini che hanno portato e che continuano a portare fiori, biglietti e bandiere francesi in segno di solidarietà con le vittime.

Da parte sua, il presidente François Hollande ha lanciato un appello alla popolazione alla “coesione del Paese” e alla “unità nazionale”. Dopo il massacro di Nizza, ha assicurato, Parigi “rafforzerà le operazioni contro i terroristi dell’Isis in Siria e in Iraq e contro chi attacca nel territorio francese”. Il capo di Stato ha tuttavia messo in guardia dal pericolo di un nemico che “continuerà a colpire i popoli e i Paesi che hanno la libertà tra i valori fondamentali”.

Intanto continuano ad arrivare in Francia messaggi di condoglianze e condanne per l’attentato. Dagli Usa, Barack Obama ha dichiarato la propria solidarietà al paese, “nostro più vecchio alleato”, contro “la piaga” del terrorismo e della violenza”, e ha poi promesso: “Distruggeremo queste vili organizzazioni terroristiche, vinceremo questa lotta”. Obama ha inoltre lodato la “straordinaria resistenza del popolo francese e i valori democratici che hanno fatto della Francia un’ispirazione per il mondo intero”.  Dal Cremlino, Vladimir Putin, dicendosi “scioccato per la brutalità e il cinismo di atti barbarici come quelli di Nizza”, ha proposto che “tutte le forze del mondo civile si uniscano contro il male tremendo del terrorismo”.

Sempre dalla Russia è tuonata la voce del patriarca ortodosso Kirill, il quale, aprendo un incontro del Santo Sinodo a Mosca, ha definito quello di Nizza “un folle atto di terrore”. “Tutti noi dobbiamo riflettere su cosa sta accadendo alla razza umana” ha detto, “uccidere dei civili è sempre stato considerato un crimine e qui l’assassinio di gente innocente è il principale metodo di muovere guerra”. Secondo Kirill, “serve avvicinarsi a una chiara e sana comprensione di cosa significhi il terrorismo contemporaneo”; una vera risposta a tale domanda “può solo essere data alla luce della comprensione religiosa della condizione attuale dell’umanità moderna”.

Una presa di posizione ancora più netta, tuttavia, viene dal mondo islamico. A poche ore dalla strage di Nizza, l’imam di Nimes e vicepresidente della Conferenza degli imam francesi, Hocine Drouiche, ha annunciato le dimissioni da qualsiasi incarico e il suo “rifiuto di queste istituzioni incompetenti che non fanno nulla per la pace sociale e che non la smettono di ripetere che l’estremismo non esiste, che è prodotto dai mass media”.

Rivolgendosi agli altri imam, Drouiche, tra i candidati alla carica di rettore della grande moschea di Parigi, ha detto: “Spero che gli imam di Francia lascino perdere le loro riserve negative e, soprattutto, che non parlino nelle loro prediche del venerdì di argomenti che non hanno nulla a che fare con l’attentato. Il loro ruolo è quello di combattere l’odio e l’integralismo religioso”.

[A cura di Salvatore Cernuzio]

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ZENIT Staff

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