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Astinenza estiva da calcio

Ripetere gesti e comportamenti consueti, provare emozioni conosciute è ciò che caratterizza le dipendenze, come quella dal calcio

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Un lunedì mattina senza il calcio che conta non è un lunedì. Ci si avvicina al bancone del bar per il cappuccino cercando nella propria mente un argomento da condividere. Dopo qualche lunedì si perde l’abitudine ad orientare i contenuti del pensiero sui soliti argomenti, le solite emozioni, le solite convinzioni, le solite speranze: gol fantasma, rovesciata da cineteca, papera del portiere, sfottò sarcastico per il tifoso avversario. Proprio nel momento della ripresa delle nostre fatiche settimanali dirottare la barca del nostro cervello in un “porto sicuro” è molto funzionale. Ci stacca un po’ dal peso della quotidianità, ci dissocia temporaneamente per traghettarci in maniera più lieve nei problemi di tutti i giorni.

Di solito ripetiamo comportamenti che ci appartengono per avere una sensazione di maggiore controllo dell’ambiente, comportamenti che ci rassicurano rispetto alle novità che la settimana ci proporrà. Il rito della ripresa del lunedì  è scandito dai commenti della giornata di campionato. Bene, quando il calcio va in vacanza una buona parte di noi “matti per lo sport” cominciano a manifestare i sintomi dell’astinenza: derealizzazione, depersonalizzazione, apatia, riduzione dei contenuti ideativi. L’astinenza è letteralmente la mancanza di qualcosa a cui siamo abituati: se non vediamo le persone che amiamo ci mancano, se non mangiamo spaghetti per una dieta ce li sogniamo, se non beviamo il caffè al risveglio ci addormentiamo sulla scrivania. Le abitudini sono un elemento fondamentale della nostra identità, ci permettono di consumare meno energie mentali e ci facilitano compiti complessi. Ci abituiamo a molte cose, buone e meno buone. Ci abituiamo agli alimenti, ai luoghi, ma anche ai veleni, alle droghe, al dolore, alla gioia. Perché le abitudini sono parte della nostra funzione di adattamento.

Ecco cosa serve alla nostra mente per gestire la frustrazione del lunedí: ripetere gesti e comportamenti consueti, provare emozioni conosciute. Questo atteggiamento di ricerca delle abitudini è quello che caratterizza le dipendenze. Il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana, vero vademecum per la diagnosi dei problemi psichici, pone oggi la condizione di astinenza in un grande calderone di 13 comportamenti e vissuti che definiscono il disturbo di dipendenza. Fino a pochi anni fa si riteneva che la dipendenza facesse seguito all’abuso di una sostanza o di un comportamento, accompagnati dalla tolleranza, una diminuita sensibilità allo stimolo, ed alla conseguente astinenza. L’ampia gamma di comportamenti e sostanze dai quali dipendiamo ci ha fatto rilevare che non sempre c’é corrispondenza tra stimolo ed astinenza, specialmente per alcune droghe e che anche senza abuso e tolleranza si può stabilire una dipendenza.

Per il calcio estivo non è così. Arriviamo a fine maggio e a giugno con un abuso di calcio televisivo costituito dalla conclusione del campionato, dalle finali di Champions League ed Europa League, dalle diverse competizioni europee o americane delle nazionali. Improvvisamente poi il nulla. Sui giornali sparisce il pallone che rotola ed appare la finanza…. più o meno creativa… del calciomercato. Alla realtà si sostituiscono i sogni. Giocatori dati per brocchi fino a maggio, diventano fenomeni incompresi ai quali il cambiamento della maglia produrrà gli effetti dei costumi di Batman o Spiderman.

Sono i primi segni dell’astinenza: derealizzazione e depersonalizzazione. Vediamo grandi azioni anche dove non ci sono, organizzazione di gioco perfetta… sarà il caldo o l’astinenza. E per questo in estate ci sentiamo un po’ strani, cerchiamo qualcosa che sostituisca le nostre piccole dipendenze, il calcio in primis, per farci stare bene anche in momenti di minore stress.

Lo sport praticato certamente funziona! Ci alziamo dalla sdraio e raggiungiamo il bagnasciuga per le discipline di nuoto, pallanuoto e tuffi. E poi la corsa sulla sabbia scottante e i tiri a rimbalzo sulle onde, la fatica agonistica del calcio balilla. Ma in estate è l’altro sport quello che ci manca. Quello da TV, telecomando e divano. Per questo cerchiamo il buffo calcio dei tornei di preparazione in Cina, Australia, o all’altro mondo, metadone estivo per la nostra astinenza. Si allevia il disagio ma arriva la sconfitta: derby d’Oriente Inter Milan, 0-1. Calcio vero… torna presto!!

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ZENIT Staff

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