Assisi: il vescovo e un imam a confronto

Monsignor Sorrentino: “Dobbiamo rimboccarci le maniche del dialogo”. Abdel Qader: “L’Islam non è violenza”

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Oltre la storia di conflitti: le ragioni della misericordia. È stato questo il titolo dell’incontro interreligioso che si è svolto martedì 12 aprile nella sala della Conciliazione del comune di Assisi.
All’incontro, organizzato dal circolo Subasio, sono intervenuti il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino e l’Imam di Perugia e della moschea di Colle Val d’Elsa Mohammad Abdel Qader.
Il presidente del circolo Subasio Gino Costanzi ha sottolineato che l’incontro è stato voluto “per capire e spiegare i percorsi possibili per ‘affraternarci’ tutti. Da una parte – ha proseguito – è necessario proiettarci oltre la storia dei conflitti, passati e attuali e dall’altra parte bisogna attuare la misericordia chiedendoci cosa significa questo termine”.
Il sindaco Antonio Lunghi ha salutato i presenti precisando che “siamo nella sala della Conciliazione, luogo deputato al dialogo. Questo è il ruolo di Assisi. Quest’anno – ha aggiunto – ricorderemo i trenta anni dallo ‘Spirito di Assisi’, lo storico incontro voluto da papa Giovanni Paolo II non ‘per pregare insieme’, ma ‘per insieme pregare’. Credo che incontrarsi non significhi perdere la propria identità, ma capire le ragioni dell’altro e riaffermare le proprie convinzioni. Assisi – ha concluso – è deputata ad essere un luogo d’incontro. Dobbiamo essere consapevoli di cosa significa abitare questa città”.
Il primo ad intervenire è stato il vescovo Sorrentino che ha ripercorso tutte le fasi storiche per capire come ci si è allontanati dal Vangelo spesso utilizzando le armi con episodi a volte anche molto cruenti e poi come ci si è gradualmente riavvicinati. “La storia – ha affermato monsignor Sorrentino – ci serve per prendere coscienza e metterci in guardia, per vedere dove ci troviamo e verso cosa dobbiamo essere guardinghi. Devo vedere qual è la mia bussola, altrimenti rischio di essere un uomo del mio tempo in modo pessimo. Noi dobbiamo avere la bussola evangelica. Con un vangelo così chiaro che è la nostra casa come è stato possibile uscire da questa casa! I passi del ritorno verso il vangelo – ha aggiunto – iniziano con Francesco, l’uomo del vangelo. Francesco fa riscoprire la via del ritorno al vangelo”.
Sorrentino ha poi illustrato le ragioni della misericordia quali: le ragioni della ragione; del buon senso; della fede e della civiltà. “Dobbiamo rimboccarci le maniche dialogando – ha concluso -. Siamo in una comunità in cui dobbiamo farci una coscienza evangelica che porti al cuore del vangelo. È il momento in cui dobbiamo fare una bella grande scelta di conversione alla misericordia di Dio”.
Dopo la lezione del vescovo è seguito l’intervento dell’Imam Abdel Qader Mohammad. Quest’ultimo ha descritto il volto più autentico dell’Islam dissociandolo da tutti i movimenti fondamentalisti. “Noi siamo uomini religiosi, e il nostro linguaggio è lo stesso – ha esordito l’Imam -. Credo che l’islam è venuto per questo non per eliminare l’ebraismo e il cristianesimo. L’islam non è venuto per eliminare o fare inimicizia con l’altro, non è mai stato aggressivo. L’islam è la pace – ha aggiunto – . Cosa possiamo fare per camminare insieme? Non ci guadiamo come nemici, ma come fratelli. Dobbiamo chiudere sul male e aprire sul bene. Non esistono barriere basta andare avanti”.
Al termine dell’incontro il presidente Costanzi ha donato ai due relatori una pubblicazione del professore Francesco Santucci intitolata Johannes Joergensen e Assisi.

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ZENIT Staff

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