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Ascoltare, seminare, amare

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 4,1-20

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Lettura
Marco ambienta questa prima parabola del suo Vangelo sulla riva del lago di Tiberiade, ma parla della vita dei campi: un seminatore getta il seme che cade su terreni diversi. In Palestina la semina si faceva prima che il terreno venisse arato, per questo il seme incontra il sentiero, la pietra, le spine, la terra buona.
Meditazione
Ascoltate! Per la Bibbia, la fede nasce dall’ascolto. Ascoltare è aprire il cuore e la mente per accogliere il dono e il mistero dell’Altro. La folla è avvertita: esiste l’eventualità di non capire la parabola! E, infatti, quelli che non la capiscono sono proprio i discepoli! Il punto focale della parabola è l’affermazione di apertura dopo l’imperativo dell’ascolto: «Ecco, il seminatore uscì a seminare»: è giunto il tempo decisivo dell’intervento di Dio che, nonostante le difficoltà, sicuramente sarà coronato da successo. Una è la storia, uno il seminatore, uno il seme gettato con speranza nello stesso giorno in un unico campo. Ma il futuro del seme si apre alla sorpresa: i risultati sono diversi. Tanto diversi! Questa parabola racconta la storia del ministero di Gesù e, dopo di Lui, della comunità cristiana, di ogni evangelizzatore. Si tratta di una parabola cristologica, mentre la spiegazione data in privato ai discepoli è ecclesiologico-morale. Nella parabola l’attenzione è focalizzata sul seme, nella spiegazione sui terreni. La Parola di Dio non sempre e non dovunque è coronata da successo. Il fallimento fa parte della sua storia: il frutto non segue “automaticamente” la semina. I primi tre terreni vengono descritti con un crescendo di fallimento: il seme viene “rubato” prima ancora di potersi sviluppare; quando è già tenero germoglio, viene bruciato; quando è già una pianta cresciuta, viene soffocata. Dopo la triplice serie negativa, abbiamo la fase positiva: un triplice rendimento crescente tale da compensare il triplice fallimento precedente. Dunque, quello stesso seme seminato in quella stessa giornata certamente porta frutto. L’importante è non cedere, non scoraggiarsi dopo i primi tentativi. Il successo finale non è posto in un lontano futuro ma nel presente: qui e ora il frutto c’è! L’evangelizzatore però faccia attenzione: non si lasci afferrare dalla tentazione di “selezionare” i terreni, scegliendo quelli che gli sembrano “buoni”; bisogna saper seminare con larga generosità e il seme scriverà la sua storia. La Parola incontrerà da sé il terreno buono.
Preghiera
Signore Gesù, apri il mio cuore alla tua Parola, schiudi la conchiglia della mia anima perché non spenga l’entusiasmo e con la luce del tuo Amore possa portare i frutti da te sperati.
Agire
Oggi devo vincere l’ansia di riuscire prima degli altri e di vedere subito i frutti della mia fatica.
Meditazione del giorno a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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