Argentina: una giornata di preghiera e digiuno per i cristiani perseguitati

Domani a Buenos Aires testimonianze in ricordo di chi ha dato la vita per Cristo

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Rappresentanti di varie Chiese e comunità cristiane parteciperanno domani, martedì 27 agosto, a Buenos Aires nella cattedrale di San Giorgio, della Chiesa cattolica apostolica ortodossa di Antiochia, ad una giornata di preghiera e digiuno per i cristiani perseguitati in tutto il mondo.

L’incontro è aperto a tutti, si legge nell’annuncio diffuso dalla Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’arcidiocesi bonaerense.

“La nostra proposta è di unirci in solidarietà e con impegno a questa realtà che soffrono molti dei nostri fratelli. Un membro soffre? Tutti i membri soffrono con lui”, prosegue il testo.

Per ricordare coloro che hanno “sacrificato la loro vita per la loro fede in Cristo” e che sono i “martiri moderni”, è stata proposta anche l’istituzione una giornata nazionale.

“È stata scelta l’ultima domenica di agosto e si ripeterà nei prossimi anni successivi, per commemorare i cristiani che hanno perso la vita nei massacri in Orissa (India), che ancora non hanno ottenuto giustizia. La proposta è stata accolta da unanime accordo da tutte le confessioni cristiane presenti in India e sarà celebrata a livello ecumenico. Questo significa rafforzare l’unità tra le Chiese cristiane. I cristiani hanno un martirologio comune”, sottolinea il testo.

La Commissione ricorda che secondo gli ultimi rapporti “ogni cinque minuti un cristiano viene ucciso a causa della sua fede. Ogni anno 105.000 cristiani nel mondo sono condannati al martirio”.

“Un vero e proprio olocausto di cui si parla molto poco”, continua la Commissione, citando i dati del convegno intitolato I buoni saranno martirizzati. Le persecuzioni dei cristiani nel XXI secolo, svoltosi a Roma il 26 settembre 2011.

“I perseguitati – si legge – dipendono da persone che possano dare loro una voce, che possano sollevare interrogativi inquietanti ai persecutori e non si lascino zittire, ma denuncino l’ingiustizia. Tutti noi, specialmente i cristiani di tutte le denominazioni, siamo chiamati ad impegnarci per i fratelli che soffrono, sia con la preghiera, la parola, la protesta discreta o aperta, sia con il sostegno economico. Tutti noi possiamo far sì che si senta la voce dei senza voce”.

Viene citato anche papa Francesco, che nel maggio scorso davanti a migliaia di persone riunite in piazza San Pietro per la preghiera del Regina Coeli, denunciò la persecuzione dei cristiani, sottolineando “il coraggio di resistere” e “il coraggio di rispondere con l’amore e la forza della verità” a chi non comprende o respinge l’annuncio del Vangelo.

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ZENIT Staff

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