Architetture del Made in Italy: da Adriano Olivetti alla Green Economy

In mostra, alla Biennale Architettura di Venezia, dal 29 agosto al 25 novembre

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di Antonio D’Angiò

ROMA, sabato, 11 agosto 2012 (ZENIT.org) – Il 28 agosto, alle 17, sarà inaugurato il Padiglione Italia alla 13° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, dal titolo “Le Quattro stagioni – Architetture del Made in Italy da Adriano Olivetti alla Green economy” che si terrà dal 29 agosto al 25 novembre presso le Tese delle Vergini all’Arsenale di Venezia.

La mostra, come affermato dal curatore Luca Zevi, deve “diventare un’occasione per riflettere sul rapporto tra crisi economica, architettura e territorio, deve essere uno spazio in cui immaginare un progetto di crescita del nostro Paese, il – common ground – deve tradursi in un progetto concreto e visionario, in cui cultura ed economia scrivano un nuovo patto.”

Queste le quattro stagioni nelle quali si snoderà il percorso espositivo: la prima “Adriano Olivetti nostalgia di futuro” (temporalmente, il secondo dopoguerra); la seconda “L’assalto al territorio” (partendo dagli anni ’80); la terza “Architetture del Made in Italy” (ultimo quindicennio); la quarta “reMade in Italy” (verso e oltre l’Expo 2015).

Un Padiglione Italia che si propone esso stesso come prototipo di una diversa modalità insediativa trasformandosi in luogo energeticamente autosufficiente e ambientalmente accogliente.

Nell’anno del 50-esimo anniversario di nascita della Fondazione Olivetti, partire dalla figura di Adriano Olivetti significa anche riconoscere a questa figura d’imprenditore, politico, editore, urbanista il giusto merito per aver realizzato, in particolare, innovativi impianti industriali (Pozzuoli), abitativi (Ivrea), di regolazione del territorio (Piano Regolatore della Valle D’Aosta).  

Peraltro, la “nostalgia di futuro”, associata al nome di Adriano Olivetti che dà il titolo alla prima stagione, ricorda nei toni la Graphic Novel edita dalla casa editrice BeccoGiallo nel novembre 2011, la quale al nome dell’Ingegnere di Ivrea associa “un secolo troppo presto”.

Il Padiglione dedicato ad Adriano Olivetti “non è improntato sul dato storico, ma concretamente rivolto al presente, quale visione ancora strategica e capace di determinare nuovi sviluppi per la società e l’architettura contemporanea”.

L’allestimento, in sintesi, prevede due piani orizzontali, uno per la consultazione di materiali in originale (oggetti o disegni della produzione Olivetti), e l’altro con touch screen per approfondimenti tematici.

Saranno da seguire anche i video che proietteranno l’intervista del 1959 ad Adriano Olivetti dove erano illustrate le strategie d’impresa in merito all’architettura e all’urbanistica, ma non solo; il video con le immagini dell’ex Fabbrica Olivetti di Pozzuoli, e infine l’anteprima del documentario presentato dalla Fondazione Adriano Olivetti e curato da Andrea De Sica “Città dell’Uomo” realizzato per Rai 150.

Probabilmente il ponte ideale della prima sezione sarà la quarta chiamata “reMade in Italy” dove l’Expo 2015 può, simbolicamente, diventare la straordinaria occasione per riflettere sul rapporto tra territorio e ambiente, città e produzione agricola, nord e sud del mondo, al fine di ripensare alla città come luogo eminentemente pubblico.

Un bell’auspicio, nonostante l’ultimo bollettino della BCE di agosto parli di imprese italiane a rischio insolvenza.

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ZENIT Staff

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