Apprezzamento di un leader protestante per la catechesi del Papa sulla giustificazione

Dichiarazioni del capo della Chiesa Evangelica Luterana in Italia

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ROMA, giovedì, 20 novembre 2008 (ZENIT.org).- La catechesi offerta questo mercoledì da Benedetto XVI sulla giustificazione, in cui ha analizzato la teologia di Martin Lutero, ha suscitato commenti positivi da parte dei figli della Riforma.

Il decano della Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Holger Milkau, ha confessato: “Certo, fa sempre piacere sentire parlare il Papa di Lutero, ancora di più quando si tratta di ragionamenti condivisibili”.

Il Pontefice ha dedicato l’Udienza generale alla dottrina sulla giustificazione, tema centrale nell’insegnamento di San Paolo.

È Cristo “che ci fa giusti”, ha detto. “Essere giusto vuol semplicemente dire essere con Cristo e in Cristo. E questo basta. Non sono più necessarie altre osservanze”.

Milkau ha detto di approvare questo enunciato del Pontefice, lodando anche la sua interpretazione di uno dei punti chiave della dottrina di Martin Lutero che nel XVI secolo portò alla nascita della Riforma: la dottrina della “giustificazione per fede”.

Lutero, interpretando la Lettera ai Romani dell’apostolo, si era convinto che il cristiano si salvasse per la “sola fide”, e non per le “opere” che compie.

Benedetto XVI ha spiegato che “l’espressione ‘sola fide‘ di Lutero è vera, se non si oppone la fede alla carità, all’amore”.

Secondo il decano luterano, “per i protestanti non c’è difficoltà nell’affermare che l’agape è realizzazione della comunione con Cristo”.

Seguendo le proprie fonti teologiche, Milkau propone con una visione protestante di ampliare “questa riflessione anche al problema della Chiesa. Le parole del Papa potrebbero anche significare che per essere in Cristo non c’è bisogno di appartenere alla stessa Chiesa, perché l’agape è l’elemento essenziale della comunione con Cristo”.

“La giustificazione per fede e non per le opere è stata accolta e accettata ormai come base del credo cristiano – prosegue –. Il Papa tuttavia ha espresso un ‘ma’, e non poteva essere diversamente. Questo ‘ma’ lo vede nel pericolo del libertinismo che Paolo nega, e con lui anche Lutero. La fede deve avere una conseguenza, che, secondo i luterani, si esprime nell’impegno per la libertà del prossimo, impegno talvolta difficile e pieno di sofferenza”.

“Non è quindi sufficiente, a nostro avviso – osserva Milkau –, definire per decreto ciò che è buono e condannare ciò che non lo è. Bisogna invece incentivare la capacità di giudizio per diventare più autonomi e responsabili, ma al tempo stesso consapevoli di essere fallibili anche nell’amare. ‘Sola fide’ significa non fidarsi dei propri poteri ma aspettare tutto da Dio”.

Il 31 ottobre 1999 è stata firmata la Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione tra la Chiesa cattolica e la Federazione Luterana Mondiale, che ha superato dal punto di vista dottrinale una delle cause fondamentali alla base della scissione da parte di Lutero.

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ZENIT Staff

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