Appello dei Vescovi dell'Unione Europea sui rifugiati iracheni

BRUXELLES, giovedì, 10 gennaio 2008 (ZENIT.org).- In seguito all’appello lanciato dai Vescovi membri della COMECE (Commissione degli Episcopati della Comunità Europea) nel novembre scorso a favore dei rifugiati iracheni, il presidente dell’organismo, il Vescovo Adrianus van Luyn, ha inviato una lettera alla presidenza slovena dell’UE chiedendo che la questione venga inserita nell’agenda del prossimo incontro del Consiglio Giustizia e Affari Interni.

In una lettera datata il 7 gennaio indirizzata a Dragutin Mate, Ministro dell’Interno sloveno, il Vescovo van Luyn ha richiamato l’attenzione sulla situazione dei 4,4 milioni di rifugiati iracheni costretti ad abbandonare il proprio Paese. Secondo l’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR), la situazione può essere considerata il più grande disastro di rifugiati in Medio Oriente dal 1948.

Tra questi, i rifugiati non musulmani (cristiani, mandei e yazidi) sono considerati dall’UNHCR i più vulnerabili, perché vengono considerati e trattati come infedeli da alcune frange della popolazione musulmana dei Paesi in cui si sono rifugiati (Siria, Giordania, Libano, Turchia).

Alla luce di questa disumana situazione, visto anche che i Paesi di accoglienza sono sovraccarichi e che c’è il rischio di proliferazione delle reti che promuovono l’immigrazione clandestina, il Vescovo van Luyn esorta i leader dell’UE all’azione.

Il presule propone che, come nel caso dei boat people vietnamiti che vennero accolti in Europa alla fine degli anni Settanta, i Governi dell’UE accolgano fino a 60.000 membri delle minoranze non musulmane: cristiani, mandei e yazidi.

Il presidente della COMECE chiede anche che ai Governi dei Paesi confinanti con l’Iraq venga garantita assistenza politica e materiale per far fronte alla presenza di grandi numeri di rifugiati.

Una copia della lettera è stata inviata al vicepresidente della Commissione Europea, Franco Frattini, che si incarica delle migrazioni.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

[Traduzione di Roberta Sciamplicotti]

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione