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Amiamo davvero o è una routine?

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 7,1-13

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Lettura
Con questo brano inizia una nuova parte del Vangelo di Marco. Essa – in polemica con i farisei e gli scribi – riferisce l’atteggiamento di Gesù verso alcune usanze ebraiche. Marco le illustra ai suoi lettori: quella di lavarsi le mani ogni volta prima di mangiare, quella di purificare utensili, bicchieri, stoviglie, ecc. E poi racconta dell’accusa rivolta a Gesù, riguardo ai suoi discepoli che non si attengono a queste regole. E il Maestro spiega che un’attenzione eccessiva a questi rituali umani può far dimenticare i precetti di Dio.
Meditazione
È risaputo che seguire delle regole, avere delle abitudini, attenersi ad una routine, può servire a dare una struttura alla nostra giornata e anche alla nostra vita di fede. Ci dà anche una certa sicurezza, una stabilità che forse altrimenti non avremmo. Perché, allora, i discepoli di Gesù non seguono i rituali ebraici? Gesù ha notato che alcuni suoi contemporanei avevano molti rituali quotidiani che seguivano assiduamente, ma così facendo si allontanavano dai precetti di Dio. Esaminiamo le nostre abitudini. Forse anche noi seguiamo una routine e ci dimentichiamo del Signore? Forse possiamo fare un esame di coscienza, pensando al primo comandamento dell’amore, quello che ci chiede di amare Dio sopra ogni cosa. Abbiamo dei rituali con cui esprimiamo questo amore per il Signore: la Messa domenicale, la preghiera quotidiana, il Rosario, la meditazione sulla Parola. Ci sentiamo “bravi” e “a posto” perché il nostro dovere di recitare le preghiere e leggere la meditazione lo abbiamo compiuto. Dio ci ama e ci chiede di rispondergli con il nostro povero amore. Chiediamoci, per esempio: la lettura di queste righe ci aiuta ad amare sempre più il Signore, o è diventata una consuetudine, che adempiamo per sentirci bene di fronte a Dio? Se è l’abitudine in sé che ci fa star bene, allora disfiamoci di questo rituale! Perché stiamo sbagliando totalmente strada. È il nostro rapporto con il Signore che conta. Non quanto tempo trascorriamo davanti a un libretto che parla di Lui, o recitando preghiere solo con la nostra bocca e non con il cuore e la mente. È la consapevolezza del dono gratuito che lui ci fa amandoci, non la consapevolezza di aver compiuto un dovere e il “darci una pacca sulla spalla”, che ci fa rispondere in modo corretto al Signore. Abbandoniamo, quindi, ogni pratica che ci allontana dal Signore, anche se è tanto pia e consigliata. Sostituiamola con ogni cosa che ci avvicini a Cristo in modo vero. Ognuno nel suo cuore sa come può dimostrare a se stesso e al Signore il suo amore autentico e genuino.
Preghiera
Signore, ti chiedo scusa. Ho preferito sentirmi bene, giusto, bravo, ho preferito autogiustificarmi, che farmi amare da te con tutti i miei limiti. Misericordia, Signore!
Agire
Analizzo bene una mia routine: a che cosa serve?
Meditazione del giorno a cura di Alexandra von Teuffenbach, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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