Allarme dell’episcopato dell’Africa Australe per il traffico sessuale di donne e bambini

Il tema, insieme alla situazione socio-politica sudafricana, è stato trattato nella sua Assemblea Plenaria

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PRETORIA, lunedì, 6 febbraio 2006 (ZENIT.org).- E’ con “acuta preoccupazione” e iniziative di soluzione che la Conferenza Episcopale del Sudafrica (SACBC) ha reagito visto che i Paesi del suo territorio –Botswana, Sudafrica e Swaziland – “non sono liberi dal traffico internazionale di donne e bambini, soprattutto per il commercio sessuale”.

I presuli cattolici hanno ricordato questo dramma tra i quattro documenti che hanno diffuso sui temi analizzati al termine dell’Assemblea Plenaria conclusasi mercoledì a Pretoria.

I Vescovi ritengono che il “traffico dei vulnerabili” richieda un cambiamento di mentalità, perché non si potrà far fronte ad esso “finché le donne e i bambini saranno trattati non come beni o oggetti di possesso che possono essere comprati, usati e venduti, ma come persone uniche e di valore”.

“Come pastori, siamo grati alle Chiese e alle ONG di tutta l’Africa che hanno fatto di questo tema una priorità – scrivono –. Li ringraziamo per aver fornito accoglienza e sicurezza alle donne e ai bambini vulnerabili”.

Allo stesso modo, i presuli si “impegnano, insieme alla Conferenza degli Istituti di Vita Consacrata, a sostenere ancora di più le iniziative volte ad arrestare questo problema”. Per questo la SACBC istituirà un ufficio nella sua sede di Pretoria per trattare l’argomento del “Traffico umano”, che cercherà anche di formare una rete con altre agenzie ed eserciterà pressioni per “la criminalizzazione” del fenomeno.

“Rivolgiamo ancora una volta un appello agli uomini e alle donne per ricordare che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. Nessuna persona ha il diritto di comprare, usare o vendere un’altra”, avvertono.

Sudafrica: voto a prezzo di sangue

Nel corso del loro incontro, i presuli hanno anche riconosciuto che tra le loro preoccupazioni figura la situazione sociale del Sudafrica, che affronta le elezioni dei governi locali, e hanno incoraggiato “tutti i cattolici e ricordato a tutta la gente che il voto non è una ricompensa al partito dirigente, ma una partecipazione personale alla democrazia”.

“Il nostro voto è un diritto prezioso, comprato col sangue – ricordano –. Invitiamo tutti a considerare attentamente chi vogliono che diriga i loro municipi o consigli locali”.

A più di un decennio dalla fine dell’apartheid (la segregazione razziale, esercitata in Sudafrica dalla minoranza bianca, ndr.), i Vescovi avvertono che il Sudafrica si trova di fronte ad “un nuovo incrocio della storia”.

“Molte persone sono morte per il nuovo Sudafrica. Ci chiediamo se la popolazione è ora disposta ad impegnarsi a vivere per il Sudafrica”.

Anche se sono stati registrati dei progressi nel Paese, bisogna ammettere “che la società non è quella che si sperava”, constatano.

“L’egoismo e la corruzione hanno portato ad una grande frustrazione”, e il Paese mostra “negazione e silenzio” nei confronti all’enorme sfida lanciata dalla pandemia dell’HIV/AIDS, “che interessa 6 milioni di persone”.

I Vescovi sottolineano il ruolo dei cristiani e di tutte le persone di buona volontà nella creazione di una cittadinanza responsabile e leale che ponga il bene comune della società al di sopra del beneficio egoista.

“La speranza richiede che ci occupiamo della vera situazione del nostro Paese”, avvertono.

“Invitiamo tutti coloro che ripongono speranze nel Sudafrica ad unirsi per un futuro più brillante, più responsabile e inclusivo”, esortano i presuli della SACBC, raccomandando le elezioni locali alla protezione di Dio e pregando perché prevalga uno spirito di democrazia e partecipazione.

“Lo Stato ha diritto di definire il matrimonio?”

Con questa domanda i Vescovi sudafricani guidano una dichiarazione sulle unioni dello stesso sesso, in cui continuano ad esprimere “la loro opposizione alla decisione della Corte Costituzionale che ordina al Parlamento di modificare la definizione civile del matrimonio per escludere il genere”.

I presuli si interrogano sul diritto di queste istanze a cambiare la definizione del matrimonio, visto che “è un’istituzione basata sulla natura”.

Allo stesso modo, considerano che la pronuncia giudiziaria “ignori i costumi tradizionali, le credenze religiose e la sensibilità morale della maggioranza” della Nazione.

Per la Chiesa cattolica, il matrimonio è l’unione esclusiva e permanente tra un uomo e una donna nell’amore reciproco e nel rispetto, aperta alla procreazione.

Dopo aver ricordato questa realtà, i Vescovi sottolineano che il matrimonio ha un “significato fondamentale” per molti cristiani e per la gente di buona volontà. “Il matrimonio non può includere la possibilità di unioni dello stesso sesso”, avvertono.

2006: anno del docente

Problemi sociali come quelli già menzionati dalla SACBC, “soprattutto l’AIDS, la povertà e l’abuso di minori”, “rendono l’opera dei docenti più difficile e richiedono” da parte dei professori, oltre ai loro compiti educativi, che siano “lavoratori sociali, consiglieri”, ecc., riconoscono i presuli.

Consapevoli che la professione dell’insegnante è la base di ogni professione, i presuli sudafricani annunciano “con grande orgoglio” la proclamazione del 2006 come “Anno della Cura del Docente”.

Di fronte ai segnali di tensione che soffre l’insegnamento, senza dimenticare che non è una professione altamente remunerativa, “siamo chiamati ad aver cura dei nostri maestri”, vista l’importanza della loro missione, riconoscono i presuli africani.

“I bambini che sono ben formati da maestri competenti e fedeli fin dalla tenera età non perderanno le basi o il desiderio di sviluppare la loro vita”, riconoscono.

I presuli ricordano che “Maestro” “è il nome con cui Gesù viene chiamato più spesso nel Vangelo. Lui è il modello per tutti i maestri”.

I Vescovi sudafricani segnalano che durante tutto l’anno in scuole, parrocchie e diocesi si incoraggerà a “riconoscere, rispettare, onorare e celebrare la dedizione e l’impegno dei maestri” ed esprimono anche la propria gratitudine per il duro lavoro che svolgono.

[La Congregazione vaticana per l’Evangelizzazione dei Popoli mette a disposizione dell’internauta i quattro documenti della SACBC – in inglese – attraverso la pagina web di “Fides”]

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ZENIT Staff

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