All’ondata di secolarismo, il Papa oppone l'esempio di coerenza alla fede di Sant’Ambrogio

CITTA’ DEL VATICANO, venerdì 30 aprile 2004 (ZENIT.org).- Giovanni Paolo II nel richiamare l’attenzione sul magistrale esempio di coerenza al messaggio di Cristo spinto sino al martirio mostrato da Sant’Ambrogio, ha invitato a trarre da esso ispirazione per tendere alla santità nel terzo millennio, nonostante l’ondata di secolarismo minacci anche “società di antica evangelizzazione”.

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In un messaggio inviato al vescovo Salvatore Boccaccio, capo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, il Santo Padre si unisce ai fedeli della comunità laziale che domani, 1° maggio, festeggeranno il loro patrono Sant’Ambrogio martire.

Una celebrazione particolare, ha ricordato il Papa, perché cade nel XVII centenario commemorativo della morte di Sant’Ambrogio, fissata dalla tradizione al 16 agosto 304, durante la “feroce persecuzione” di Diocleziano.

E difatti il lungo tempo non è riuscito ad offuscare il significato e la “straordinaria eloquenza” di questo sacrificio, né quella “di coloro che per fedeltà a Cristo e al Vangelo non hanno esitato a dare la vita”.

Col loro esempio, osserva il Pontefice, “essi spronano i cristiani a una coerenza coraggiosa sino all’eroismo”.

Tuttavia, scrive il Papa, se in questi diciassette secoli di storia “non poche conquiste si sono realizzate sul piano umano e sociale anche grazie al benefico influsso del messaggio evangelico e al generoso apporto di tante generazioni cristiane”, c’è oggi un secolarismo che “avanza”, minacciando “di portare anche le società di antica evangelizzazione verso forme di agnosticismo che costituiscono una vera sfida per i credenti”.

Contro questi pericoli, Giovanni Paolo II invita tutti i membri della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino ad “una rinnovata consapevolezza della loro vocazione missionaria” sulle vie indicate dal loro vescovo come priorità pastorali di quest’anno: la pace, i giovani, la famiglia, le povertà, i migranti.

Senza mai dimenticare che “nel volto di ogni persona senza distinzione di razze e culture, e specialmente nel più misero e bisognoso degli uomini, i cristiani riconoscono il volto luminoso di Cristo”.

Ponendo ancora l’accento sulla necessità per il credente, che voglia portare a compimento l’impegno alla santità a cui è chiamato con il battesimo, di attingere “dai Sacramenti, e in modo speciale dall’Eucaristia, il vigore per portare a compimento la propria missione”.

Poichè, ha concluso il Pontefice “senza un profondo rinnovamento di fede e di santità e senza il costante sostegno divino come potrebbe la Comunità ecclesiale affrontare la grande sfida della nuova evangelizzazione?”.

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ZENIT Staff

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