Al Meeting di Rimini per discutere sulla verità

Dal 19 al 25 agosto

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ROMA, venerdì, 15 giugno 2007 (ZENIT.org).- E’ stato presentato il 14 giugno al Circolo della stampa di Milano, il programma della XXVIII edizione del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli che si terrà a Rimini dal 19 al 25 agosto prossimi e che avrà come titolo “La verità è il destino per il quale siamo stati fatti”.

Ad aprire il Meeting, che conta su una presenza media di 700.000 visitatori, con incontri, mostre, forum di discussione, presentazione libri, concerti, teatro, gare sportive e intrattenimento, sarà il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone.

Nel presentare il tema di riflessione, Giancarlo Cesana (CE), esponente di punta di Comunione Liberazione, ha spiegato: “Quest’anno la parola centrale del titolo del Meeting è la parola verità, una parola che non si ha il coraggio di usare, anzi usarla sembra essere sinonimo di intolleranza”.

Mentre, ha continuato Cesana, “è una parola fondamentale perché se non c’è verità, se non c’è qualcosa a cui dedicare la vita, qualcosa per cui vivere, non c’è libertà, non c’è ragione, non c’è ricerca. Il titolo del Meeting pone questa questione: che cosa fonda la vita? E parte da una consapevolezza che la verità c’è, che il nostro destino c’è. Ce la portiamo dentro”.

L’esponente di CL ha ricordato che Andrè Malraux ha detto una volta: “Noi siamo gli uomini peggiori di tutti i tempi perchè non sappiamo cosa sia la verità. Di tutto conosciamo la menzogna, ma non sappiamo nulla della verità”.

A questo proposito Cesana ha precisato che scopo dell’incontro è quello di “mettere a tema questo problema e mostrare che cosa è questo destino: Benedetto XVI lo dice bene nella sua Enciclica in cui dice che Dio, la verità, è carità, è amore. Una presenza amorevole”.

Dopo aver raccontato della sua esperienza al Meeting, Eugenia Roccella, già portavoce del Family Day, ha affermato: “Non capita mai di fare una conferenza stampa sulla verità, cioè in cui si tratta di temi che esulano dal quotidiano ordine del giorno politico. Queste sono domande più grandi per cui spendiamo le nostre energie, domande che ci poniamo nella nostra vita quotidiana, ma su cui è raro un confronto sul piano pubblico”.

“Oggi la verità della condizione umana è minacciata – ha spiegato la Roccella –. E’ attaccata l’antropologia ‘normale’ a cui siamo abituati. E’ l’antropologia che ci ha accompagnato dall’inizio, l’idea che si nasce da una relazione tra un uomo e una donna, si nasce imperfetti, che si muore quando capita di morire, che esistono degli elementi della verità che sono indisponibili”.

“Oggi questi elementi vengono resi disponibili e si possono manipolare, attraverso la genetica, attraverso l’eutanasia – ha osservato –. Questa è la prima verità che dobbiamo difendere”.

Al Meeting, la ricerca della verità non seguirà solo un percorso religioso, bensì sarà al centro di tutti gli incontri nei campi dell’economia, della scienza, della politica, della cultura, del dialogo interreligioso e dell’amicizia tra i popoli.

Per approfondire le ragioni che stanno dietro alla scelta di questo tema, sulla pagina web del Meeting, gli organizzatori hanno scritto: “La ricerca della verità è da sempre la sfida più impegnativa per l’uomo. L’uomo, infatti, per sua natura è portato a cercare la verità e in tale ricerca impegna tutta la forza della sua ragione”.

“Vi è però, soprattutto oggi, una sfiducia ultima circa la possibilità di conoscere la verità; il relativismo e lo scetticismo che minano la nostra civiltà ne sono una diretta conseguenza”, aggiungono.

“Così la vita, privata di certezze, diviene opaca, apparentemente priva di senso e ultimamente esposta ad ogni possibile forma di violenza e sopraffazione”, continuano poi.

“La sfiducia nella possibilità di conoscere la verità coincide con l’intima sfiducia nell’esistenza stessa della verità; senza di essa, però, l’uomo viene privato della speranza di poter dare risposte certe ai grandi interrogativi della vita che rendono inquieto il suo cuore”, si sottolinea.

Benedetto XVI, durante un dialogo avvenuto con gli studenti della Pontificia Università Lateranense, aveva affermato che: “Se si lascia cadere la domanda sulla verità e la concreta possibilità per ogni persona di poterla raggiungere, la vita finisce per essere ridotta ad un ventaglio di ipotesi, prive di riferimenti certi”.

Il titolo del prossimo Meeting, si spiega ancora, propone con certezza che “La verità è il destino per il quale siamo stati fatti”, rilanciando la sfida contro quel pensiero debole che vorrebbe negare l’esigenza di un significato ultimo per cui l’uomo agisce, soffre, ama, pensa.

“La nostra epoca è profondamente segnata da correnti di pensiero che, non riconoscendo più la realtà nella sua oggettività, come qualcosa che si pone davanti all’uomo e che l’uomo può riconoscere, pretendono che sia la ragione a dare consistenza alla realtà”, si legge nella spiegazione.

“La sola alternativa è che la verità sia qualcosa o qualcuno che all’uomo può accadere di incontrare, qualcosa che succede: un avvenimento per l’appunto”, concludono poi.

[Per maggiori informazioni: http://www.meetingrimini.org]

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ZENIT Staff

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