Aidone: aperta la Porta Santa per i piccoli migranti

Il vescovo di Piazza Armerina presiede la cerimonia presso la casa d’accoglienza per minori Zingale-D’Aquino, alla presenza del gruppo Rns di Enna

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Presso la casa d’accoglienza “Zingale-D’Aquino” ad Aidone (EN) si è tenuta ieri mattina l’apertura della Porta Santa da parte del vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, alla presenza del presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez.
Alla cerimonia hanno partecipato anche tutti i membri del consiglio regionale della pastorale, il coordinatore regionale di RnS, Pippo Viola e il gruppo del Rinnovamento nello Spirito Ancilla Dei di Enna, che ha visto la formazione e la crescita dello stesso Salvatore Martinez e di animatori come Ignazio Cicchirillo e Angelo Martinez, padre dell’attuale presidente.
Una folla gremita ha atteso con trepidazione lo svolgimento della funzione del Mercoledì delle Ceneri e l’apertura della Porta Santa presso la Casa per minori. Una casa, quella di Zingale-D’Aquino che nasce all’insegna della promozione umana: fino a qualche tempo fa, infatti, la struttura era adibita a casa di riposo ma, quando anche l’ultima delle suore che prestava servizio per gli anziani fece ritorno alla propria casa generalizia, le attività per gli anziani diventarono solo diurne. Fu così che l’allora vescovo, monsignor Michele Pennisi, decise di promuovere una struttura per i minori immigrati.
La casa attualmente ospita, ai sensi di legge, dodici minori, alla condizione che, raggiunta la maggiore età, lascino l’abitazione. Rinnovamento nello Spirito ha lavorato a lungo anche per  promuovere e sviluppare il laboratorio di ceramica che oggi, grazie all’abile lavoro dei ragazzi e degli orafi, produce dei veri e propri gioielli, che vengono venduti in tutto il mondo. Ha avuto infatti rilevanza il dono pervenuto ad una donna musulmana negli Emirati Arabi, che ha scoperto che chi aveva realizzato il gioiello era un mussulmano accolto dai cristiani: questo ha stimolato la generosità ed è un invito a chiunque volesse contribuire al sostegno dei ragazzi del centro Zingale-D’Aquino.
Molta emozione anche tra gli aidonesi, che hanno da sempre accolto con gioia i giovani immigrati, circondandoli di affetto e dolcezza. Lo ha ricordato lo stesso Martinez: “La Sicilia ha un cuore grande e questo cuore è proprio la diocesi di Piazza Armerina che ospita al suo interno Aidone.  Ebbene, se il cuore funziona bene, tutto il corpo funziona: infatti è evidente come in questa cittadina si sia creata una bellissima realtà. Dobbiamo ricordare che la nostra bella Sicilia è per molte nazioni una porta aperta verso l’Europa”.
“Ciò che viene richiesto – ha proseguito Martinez – è una possibilità di vita buona, che a tanti nostri fratelli è stata negata. Essi hanno conosciuto la fame e la guerra, e adesso, attraverso questa realtà che offre un sostegno, c’è una porta aperta sull’accoglienza. Il vero desiderio è che la testimonianza che la fratellanza sia una realtà, dove gli ultimi siano proprio coloro in grado di prendersi cura dei primi”.
Il presidente ha poi condotto il corteo dalla chiesa di San Leone alla casa per minori Zingale-D’Aquino. Così, per le piccole strade della cittadina, il corteo ha raggiunto la cappella che ha ospitato l’apertura della Porta Santa.
L’apertura della Porta è stata vista da tanti come un opportunità per gli immigrati come per chiunque: un momento per sperimentare l’accoglienza, il dono e la misericordia.
Un vero e proprio desiderio  che si era avverato quando lo stesso vescovo Gisana, lo scorso Natale aveva chiesto a Martinez la disponibilità per organizzare un evento giubilare anche per gli immigrati.
“Un avvenimento unico nel suo genere – ha affermato il presule – anche se molte sono le porte che vengono aperte nell’anno giubilare nel nostro territorio. Vorrei che tutti potessero comprendere bene che lo straniero va accolto: un’accoglienza che sa di casa, di amore, di famiglia e che tratteggia il cuore misericordioso di Dio.  Ricordo a tutti che questo speciale momento di grazia e di misericordia  non deve essere solo un incontro ma l’inizio di un percorso solidale che si caratterizzi poi come stile di vita”, ha poi concluso monsignor Gisana.

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Maria Luisa Spinello

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