Afghanistan: liberato il direttore del Jesuit Refugee Service

Padre Alexis Prem Kumar era stato rapito il 2 giugno 2014 da uomini armati non identificati, nella provincia occidentale di Herat. Fonti diplomatiche a Kabul assicurano che si trova in buona salute

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La sua liberazione è stata annunciata come il suo rapimento: con un tweet. Il 4 giugno 2014 il portavoce del Ministero indiano degli Affari Esteri, Syed Akbaruddin, annunciava sul social network che il direttore della sezione afghana del Jesuit Refugee Service (Jrs), Alexis Prem Kumar, era stato sequestrato nel pomeriggio del 2 giugno. 

Oggi, poco dopo mezzogiorno il Primo Ministro dell’India Narendra Modi, sempre su Twitter ha dato la notizia della liberazione del gesuita indiano, il quale, secondo fonti diplomatiche a Kabul, si trova attualmente in buone condizioni di salute. 

Una Nota della Compagnia di Gesù risalente a sei mesi fa spiegava che padre Kumar era stato sequestrato da un gruppo di uomini armati da una scuola gestita dal Jrs a Sohadat, distretto governativo per famiglie di rimpatriati a 35 km da Herat, in Afghanistan occidentale.

Padre Prem, 47 anni, si trovava a fare visita a una scuola per rimpatriati nel villaggio di Sohadat per approfondire le questioni riguardanti il sistema educativo tra i rifugiati. Era stato quindi portato via durante il suo rientro in sede.

Nei mesi successivi, il Jesuit Refugee Service ha lavorato con forte impegno per ottenere la liberazione del religioso, rimanendo in contatto diretto con le autorità afghane e con il Console generale dell’India a Herat. Inoltre – come riferito alla stampa, a luglio, dal direttore internazionale Peter Balleis, SJ – “la famiglia di padre Prem è stata in contatto sia con alcuni parlamentari indiani, sia con il governo del Tamil Nadu, lo Stato da cui proviene”. Numerosi appelli sono stari rivolti poi ad esperti e alle comunità locali per fare avanzare gli sforzi dell’associazione per riportare il gesuita a casa.

Le ultime notizie risalivano al settembre 2014, quando il ministro indiano degli Affari esteri, Sushma Swaraj, aveva confermato che padre Alexis era vivo e al sicuro e che si stava lavorando per il suo rilascio.

In una lettera inviata nel giugno scorso al chief minister Jayalalithaa, inoltre, il premier Modi affermava: “Posso garantirle che il governo non risparmierà alcuno sforzo affinché il rilascio di padre Kumar avvenga in fretta e in sicurezza. Continuerò a controllare la situazione da vicino”. Quindi oggi la liberazione.

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ZENIT Staff

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