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Adozioni gay: Tribunale di Roma dice sì a due donne

I giudici, consentendo l’adozione “incrociata” alla coppia, hanno attuato la stepchild adoption. Generazione Famiglia fa appello alla Cassazione perché si ristabilisca lo stato di diritto

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La tanto discussa stepchild adoption, che è stata stralciata dal ddl Cirinnà sulle unioni civili approvato giovedì scorso, rientra dalla finestra per mezzo di una sentenza destinata a far discutere e a creare un precedente in Italia. I giudici del Tribunale per i minorenni di Roma hanno infatti riconosciuto l’adozione “incrociata” a una coppia di donne.
Si tratta del primo caso in Italia. Le bambine, di 4 e 8 anni, sono nate una da una donna e l’altra dalla sua compagna grazie all’inseminazione praticata in Danimarca. Ora, dopo il placet del Tribunale che ha fatto riferimento alle cosiddette “adozioni in casi particolari”, le due donne potranno adottare ognuna la figlia dell’altra. Come commenta l’avvocata Francesca Quarato, attivista omosessuale della Rete Lenford, “in questo modo ognuna delle bambine ha un genitore biologico ed un genitore sociale, entrambi con piena e pari capacità e responsabilità genitoriale”. La legale sottolinea che “l’adozione ‘incrociata’ accordata a ciascuna partner della coppia rispetto alla figlia biologica dell’altra assume, dunque, un significato particolare, valorizzando l’intreccio dei rapporti genitoriali e dei legami familiari biologici e sociali con un riconoscimento giuridico”. Il Tribunale ha inoltre stabilito che le bambine abbiano lo stesso cognome comune.
Di tenore opposto il commento di Filippo Savarese, portavoce di Generazione Famiglia e membro del comitato promotore del Family Day. Egli ricorda che “non esiste una legge in Italia che permetta quello che oggi, ha riconosciuto a Roma il tribunale dei Minori, snaturando la legge sulle adozioni come ammesso dagli stessi ricorrenti. Che parlano di interpretazione evolutiva”. Secondo Savarese, “si tratta dell’ennesima sentenza sovversiva che prepara la strada alla programmazione legalizzata di bambini orfani di madre o di padre, con eterologa e utero in affitto per le coppie gay. Ci appelliamo alla Corte di Cassazione perché ristabilisca su questo tema lo stato di diritto”.
 

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ZENIT Staff

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