Palazzo di Giustizia di Roma

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Adozioni gay: le toghe dettano l'agenda alla politica

Il presidente della Corte di Cassazione invita il Parlamento a fare una legge sulle adozioni agli omosessuali. Coro di dissenso: “Così si legittima l’utero in affitto”

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L’appello a “una chiara ed esplicita volontà legislativa” di tutelare i “diritti fondamentali della persona” è giunto oggi da Giovanni Canzio, presidente della Corte di Cassazione, nel suo intervento alla cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario.
Diritti fondamentali che, secondo la toga, corrispondono alla concessione agli omosessuali di adottare bambini.
Riguardo a quest’aspetto, Canzio ha sottolineato che “alcune sentenza hanno riguardato temi altamente sensibili dal punto di vista etico-sociale”. Egli ne ha ricordate due, entrambe favorevoli all’adozione omosessuale. Che hanno di fatto legittimato per via giurisprudenziale la stepchild adoption, stralciata dal ddl Cirinnà.
Una ha stabilito che un bambino venisse adottato dal compagno del suo genitore biologico. L’altra ha riconosciuto la legittimità della trascrizione dell’atto di nascita di un bambino – ha spiegato Canzio – “nato da ‘due madri’, a seguito di una procedura assimilabile alla fecondazione eterologa”.
Nelle due sentenze citate da Canzio, come in tante altre emesse in Italia negli ultimi tempi, le toghe hanno usato l’art. 44 della legge 184 sulle adozioni, il quale prevede i cosiddetti “casi speciali”.
Secondo il presidente della Suprema Corte “emerge una ricostruzione dell’istituto della famiglia intesa come comunità di vita e di affetti, incentrata sui rapporti concreti che si instaurano tra i suoi componenti”.
Parole dalle quali trapela un’idea di famiglia innovativa, non più intesa come unione di un uomo e di una donna. Se n’è accorto anche il Movimento per Vita italiano, che in una nota dichiara: “Sembra che in Italia debba registrarsi ormai una corsa a distruggere la famiglia”.
Nel comunicato del MpVi si legge ancora: “Come pronosticato durante il dibattito sulle unioni civili, con buona pace di quanti avevano esultato per lo stralcio della stepchild adoption, lo sdoganamento delle adozioni per i gay avverrà su sollecitazione della magistratura”.
Sul tema è intervenuto anche Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, promotore degli ultimi Family Day, il quale ha detto: “La legge sulle adozioni è chiara e cristallina nel dare al bambino quello che ha perso, ovvero le figure genitoriali del padre e della madre”. Secondo il neurochirurgo bresciano “qualsiasi altra interpretazione va contro gli interessi del bambino e incoraggia pratiche come l’utero in affitto”.
Nel rammentare che “tutte le ricerche dimostrano che è molto più vantaggioso per il bambino avere un padre e una madre e quindi crescere in un ambiente etero-genitoriale”, Gandolfini ribadisce l’opposizione del Comitato Difendiamo i Nostri Figli all’adozione per coppie omosessuali, giacché “quello che ora alcuni chiamano vuoto non è altro che un esplicito e ben motivato divieto della legge”.
Perplessità intorno alle parole di Canzio sono emerse anche nell’ambito politico. L’on. Elena Centemero (Forza Italia) ha commentato: “Pur nel rispetto del primo presidente della Cassazione, non posso che dissentire dall’invito a legiferare sulla stepchild adoption che è inevitabilmente legata alla pratica della maternità surrogata”.
La Centemero, che è anche presidente della Commissione Equality and Non discrimination del Consiglio d’Europa, ha ricordato che quest’ultimo “si è più volte espresso contro la surrogazione, considerata gravemente lesiva dei diritti dei minori e delle donne, il cui corpo non può essere oggetto di mercificazione per la soddisfazione del desiderio altrui di genitorialità a tutti i costi”.
Amara la riflessione della sua collega Eugenia Roccella (Idea), secondo la quale – anche alla luce di queste dichiarazioni di Canzio – ormai “è evidente che noi cattolici siamo sotto assedio su più fronti”.

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Federico Cenci

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