Ad Assisi, la festa di "Tutti i Santi dell'Ordine Serafico"

Come desiderio di San Francesco, espresso nella “Regola Bollata”, i frati del Sacro Convento e della Porziuncola si uniscono per celebrare insieme la ricorrenza

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È il desiderio, fatto norma, espresso da san Francesco nella Regola Bollata (cap. VI), l’anniversario della cui approvazione – 29 novembre 1223 – dà, ancora oggi, l’occasione ai suoi frati di celebrare la festa di “Tutti i Santi dell’Ordine Serafico”. Ma chi sono, oggi, i frati di Francesco? Quelli neri? Quelli marroni? O quelli grigi? – pare chiedersi un pellegrino, capitato ieri sera ai Vespri a Santa Maria degli Angeli e circondato da tanta varietà di tonache, storia e tradizione.

Sono quelli che professano la vita e la regola dei frati Minori, che è la stessa per tutti i frati francescani; sono coloro ai quali è stata promessa la vita eterna se osserveranno tutte queste cose, che desiderano fare del Santo Vangelo del Signore Gesù Cristo il loro cammino di santità, come già hanno fatto tanti venerati predecessori.

Sono quelli che ieri sera, davanti alla Porziuncola, hanno rinnovato insieme la professione dei voti e della Regola scritta per loro da San Francesco, “affinché possano – dice padre Fabrizio in un comunicato – seguire le orme di Gesù … Regola poi declinata dalla creatività umana, ispirata da Dio, in modi, luoghi e tempi diversi”.

Riecheggia, alla Porziuncola – come diceva il Santo Padre lo scorso 4 ottobre – la voce di san Francesco: “Vangelo, Vangelo”. Prendono vita le parole del Salmo 132: “Ecco, com’è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme”! Risuonano i Salmi dei Vespri, cantati dai fedeli angelani e dai pellegrini insieme ai frati, i quali celebrano e festeggiano la santità a cui Dio Padre ci chiama a partecipare per mezzo di Gesù, il Cristo, nella comunione dello Spirito Santo.

Si odono anche le parole di san Francesco che, da par suo, ci ammonisce di guardarci dal “farci belli” esaltando le gesta dei nostri santi, senza poi intraprendere noi stessi con serietà e amore il cammino di santità a cui siamo chiamati (cfr. Am VI, FF 155). “E i nostri santuari – aggiunge padre Fabrizio – non siano musei, pietre morte, ma pietre ravvivate dalla nostra vita di preghiera e testimonianza evangelica, attraverso la quale i pellegrini possano incontrare il Signore”.

Veramente c’è da lodare Dio ed è bello ritrovarsi per questo, nel primo dei due appuntamenti di comune celebrazione e convivialità, voluti dai Frati Minori Conventuali della Custodia del Sacro Convento e dai Frati Minori della Porziuncola: la festa di ieri, e la festa della Dedicazione della Basilica di San Francesco d’Assisi, il prossimo 24 maggio.

Alla preghiera dei Vespri, è seguito un momento di festa “fratesco”, ovvero una cena condita con tanta fraterna letizia. E’ stato anche un ritrovarsi di frati che non si vedevano da anni: colleghi di studi, studenti e professori, compagni di missione e compaesani. È la “Regola” che, dopo otto secoli, ancora li unisce. E chissà la faccia di Francesco che, da Lassù, vede gioire insieme tanti suoi frati!

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ZENIT Staff

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