Accusati della morte di suor Dorothy Stang denunciati per lavoro schiavo

Mantenevano 28 lavoratori in schiavitù

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BELÉM, mercoledì, 25 luglio 2007 (ZENIT.org).- Il Ministero Pubblico Federale del Brasile ha denunciato questo martedì gli accusati della morte di suor Dorothy Stang alla Giustizia Federale di Altamira (Pará, nel nord del Brasile) per i crimini di riduzione a una condizione analoga a quella di uno schiavo, frustrazione del diritto lavorativo, adescamento di lavoratori e falsificazione e omissione di informazioni in documento pubblico, secondo quanto riferisce la Procura della Repubblica nel Pará.

Regivaldo Pereira Galvão, Vitalmiro Bastos de Moura, Vander Paixão Bastos de Moura e Valdivino Felipe de Andrade Filho sono accusati di aver mantenuto 28 lavoratori in condizioni di schiavitù nella Fazenda Rio Verde, a 60 km da Anapu (Pará), nella regione della Transamazzonica, e possono essere condannati a pene che vanno da 1 a 24 anni di prigione.

Secondo la Procura della Repubblica del Pará, il reato è stato scoperto dal Gruppo Speciale di Fiscalizzazione Mobile del Ministero del Lavoro nel 2004 e i lavoratori sono stati liberati e pagati.

Sono stati ritrovati in un bosco e avevano come unico riparo una capanna di paglia e plastica, con pavimento in terra battuta.

L’accampamento non aveva servizi igienici, acqua potabile o mezzi di primo soccorso e i lavoratori non ricevevano strumenti per la protezione individuale. Visto che il servizio ospedaliero più vicino alla zona dista circa 60 km, alcuni di quelli che sono stati liberati erano feriti ma non avevano ricevuto alcuna assistenza medica.

“Nessuno dei lavoratori aveva il proprio registro, e neppure la Carta di Lavoro e Previdenza Sociale debitamente annotata e firmata. La giornata di lavoro era abusiva e non era concesso il riposo settimanale remunerato, mentre venivano pagati i fine settimana solo se avevano lavorato”, informa la denuncia.

Oltre ai crimini collegati al lavoro schiavo, Regivaldo Galvão, Valdivino Felipe de Andrade e Vitalmiro Bastos de Moura sono accusati di falsificazione di documenti pubblici, per aver simulato una falsa operazione di acquisto e vendita della fazenda.

Sia Regivaldo Galvão che il suo socio Vitalmiro Bastos de Moura sono accusati di coinvolgimento nell’omicidio, nel 2005, della missionaria Dorothy Mae Stang, ad Anapu. Bastos de Moura è già stato condannato a 30 anni di prigione, mentre Galvão, accusato di essere il mandante, dovrà essere giudicato nei prossimi mesi.

Finora Rayfran das Neves Sales e Clodoaldo Carlos Batista sono stati condannati come esecutori rispettivamente a 27 e 17 anni di reclusione. Amair Freijoli da Cunha è stato condannato a 27 anni di reclusione come mediatore dell’omicidio, in quanto accusato di aver contrattato gli assassini.

Suor Dorothy Stang è stata assassinata con sette colpi di arma da fuoco, all’età di 73 anni, il 12 febbraio 2005, a 53 chilometri da Anapu, Pará, dov’è sepolta.

Nordamericana naturalizzata brasiliana, suor Dorothy aveva ricevuto minacce di morte dai fazendeiros della regione da quando aveva iniziato a lavorare a sostegno dei lavoratori rurali, nel 1997; erano contemplati progetti adeguati alla conservazione dell’Amazzonia, chiamati Progetti di Sviluppo Sostenibile.

Per più di 30 anni la missionaria ha svolto il suo lavoro apostolico insieme alle piccole comunità rurali della regione.

Le terre in cui la missionaria lavorava sono disputate da lavoratori del legno e grandi fazendeiros del Pará.

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ZENIT Staff

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