Abramo, padre di tutti i popoli nella fede

Intervista al prof. Angelo Passaro, coordinatore del Convegno “Abramo tra storia e fede”, organizzato dall’Associazione Biblica Italiana, conclusosi oggi al Pontificio Istituto Biblico

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di Salvatore Cernuzio

ROMA, venerdì, 14 settembre 2012 (ZENIT.org) – Si è concluso, questa mattina, a Roma, al Pontificio Istituto Biblico, la 42° Settimana Biblica nazionale organizzata dall’Associazione Biblica Italiana, dal titolo: «Abramo tra storia e fede».

La serie di incontri, iniziati lunedì 10 settembre, ha radunato diversi teologi, studiosi e docenti universitari italiani e internazioni che hanno “sviscerato”, infatti, la figura del grande Patriarca delle tre religioni monoteiste, analizzando le diverse tradizioni su di lui tramandate.

Molta attenzione è stata dedicata, inoltre, a come il personaggio di Abramo, la sua storia e la sua fede, siano stati riletti all’interno dei testi biblici, con alcune incursioni nella letteratura giudaica intertestamentaria o peritestamentaria, ma anche in quella cristiana antica.

Di tutto questo, ZENIT ne ha parlato con il prof. Angelo Passaro, docente presso la Facoltà Teologica di Sicilia, che, insieme al prof. Antonio Pitta della Pontificia Università Lateranense, ha coordinato i lavori di questa edizione 2012 della Settimana Biblica.

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Cosa ha spinto l’Associazione Biblica Italiana a dedicare un’intera settimana di studi su Abramo? Cosa rende così attuale questa figura?

Angelo Passaro: L’ABI ogni 2 anni raduna i suoi soci per organizzare una settimana biblica che vuole approfondire un tema della scienza biblica. Quest’anno è stato scelto Abramo, proprio perché egli è sempre qualificato come “uomo di fede”, quindi la sua figura è più attuale che mai in questo momento in cui ci prepariamo all’Anno della Fede. Da qui ci siamo mossi per indagare più da vicino le riletture che della figura di Abramo sono state fatte a partire dal testo dell’Antico Testamento fino alla prima letteratura cristiana.

Quale dato è emerso dai numerosi incontri del Convegno?

Angelo Passaro: Sono state rilevate tantissime indicazioni che hanno mostrato come quella di Abramo sia una figura “aperta” che nei diversi secoli, anche all’interno della Bibbia stessa, è stata continuamente rivista. Abramo, infatti, è un personaggio biblico molto complesso, che riflette la molteplicità della fede, e che noi abbiamo voluto analizzare con gli strumenti della scienza esegetica.

Nel corso dei lavori è stata analizzata anche la relazione tra la fede di Abramo e il giudaismo contemporaneo. A quale conclusione si è arrivati riguardo a questo tema?

Angelo Passaro: All’interno delle riflessioni che hanno animato il Convegno, si è tenuta anche una tavola rotonda, a cui sono stati invitati il rabbino Rav. Giuseppe Laras di Milano e padre Pizzaballa, custode di Terra Santa.

Grazie a questi ospiti abbiamo avuto modo di riflettere specificatamente sulla fede in Abramo. Parlando della fede di Abramo, si può parlare, infatti, di universalismo e particolarismo. L’interrogativo che ci siamo posti è stato: “In che senso egli è padre di tutti i popoli nella fede?”. È stata un’esperienza molto interessante, perché abbiamo visto come un testo biblico è letto sia dalla tradizione giudaica che da quella cristiana e crei infiniti punti di convergenza.

Lo studio della figura e della fede del Patriarca può favorire, dunque, il dialogo tra diverse religioni. È questo il carattere di novità che più è risultato dalle indagini?

Angelo Passaro: Certo! Riconsiderando il ciclo di Abramo nella sua complessa formazione, abbiamo avuto modo di tracciare il percorso che, durante circa due secoli, ha definito l’identità di Abramo come quella di un “antenato ecumenico”. La novità più grande è stata, infatti, constatare che egli è simbolo di una complessità molteplice. In lui, sia la tradizione giudaica che quella cristiana – a seconda della situazione in cui entrambe le comunità si sono trovate nei secoli – hanno ritrovato, rivisto e testimoniato alcune peculiarità che hanno sempre sostenuto quella che Kierkegaard definisce la “fede che rende sempre giovani e non fa mai invecchiare”. Inoltre, questo carattere di universalismo e particolarismo, a cui accennavo precedentemente, ci dice che Abramo è una figura aperta, universale, nella cui fede tutte le religioni monoteistiche possono incontrarsi.

In conclusione, dunque, cosa possiamo imparare dalla fede di Abramo per rinnovare la nostra fede, in vista dell’Anno indetto dal Santo Padre?

Angelo Passaro: Che la sua fede è quella di un uomo che, come dicono le Sacre Scritture, ha un cuore saldo, un cuore che non è doppio, non è legato a convenienze. La tradizione l’ha sempre presentato come un personaggio fermo nella decisione di seguire il cammino che il Signore gli ha indicato, ovvero il cammino della stabilità e della fedeltà, anche nelle prove più drammatiche che la vita pone davanti ad ogni uomo. È questo l’insegnamento più grande da cui trarre spunto.

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ZENIT Staff

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