"Abbracciare ogni dolore per amore di Cristo"

Chiara Lubich nel 7° anniversario della morte: il ricordo di monsignor Zani in un’omelia

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Una vita segnata da una “particolare presenza di Dio” e “totalmente impregnata di Vangelo vissuto” e della “testimonianza di radicalismo dell’amore”.

Con queste parole, monsignor Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha ricordato Chiara Lubich, durante l’omelia nella messa per la fondatrice del Movimento dei Focolari, nel settimo anniversario della scomparsa, celebrata sabato scorso al santuario del Divino Amore

Con “infinite sfumature”, Chiara Lubich aveva sempre sottolineato che “l’amore è il cuore del cristianesimo”, dando così vita a “una spiritualità scaturita dalle più profonde radici della tradizione cristiana, ma ricca di genuina novità di vita e di dottrina per la cristianità e per l’umanità di oggi”, ha proseguito monsignor Zani.

“Vivendo radicalmente il Vangelo – ha aggiunto – con le sue compagne, come risposta all’amore di Dio, Chiara ha colto che la misericordia è l’espressione piena dell’amore di Dio, è l’amore totalmente spiegato e attuato anche nei confronti della realtà del male che è nel mondo, che tocca e assedia l’uomo”.

Vivendo quotidianamente la Parola, Chiara scopre “tutte le tonalità dell’amore-misericordia del Padre: il suo sguardo verso coloro che, nel mondo, sono i piccoli, gli indigenti, la sollecitudine verso gli oppressi, l’abbraccio con i peccatori e il fare festa quando essi ritornano”.

È nella misericordia di Dio, nella “gratuità”, nella “sconfinatezza dell’amore di Dio”, che si manifestano nel Figlio, che prende su di sé la nostra miseria e si fa “peccato”, che Chiara vive il suo carisma, insegnando ai suoi figli spirituali “ad abbracciare ogni dolore, ogni fallimento ed ogni prova, come un volto misterioso dell’amore con cui Dio trasforma il negativo in nuova opportunità di vita”.

Scorgendo la “estrema dilatazione dell’amore” di Gesù fino alla crocifissione, la Lubich nel 1949 si proclamava “assetata di dolori, di angosce, di disperazioni, di distacchi, di esilio, di abbandoni, di strazi”: in questo modo lei insegna a “vivere per sapere abbracciare ogni divisione e ogni tratto negativo dell’esistenza umana: un passaggio necessario per realizzare l’unità”.

Orientandoli verso la figura di “Gesù maestro e modello”, Chiara ha lasciato ai suoi figli spirituali la “libertà”, suscitando la “responsabilità”, “correggendo quando necessario, dialogando e capovolgendo la scala dei valori consueti”.

Pur “ancorato alla tradizione dei Padri della Chiesa”, il suo cristocentrismo presenta però una “novità”, che si manifesta nelle “dimensioni della relazione, del dialogo, della reciprocità”, che hanno permeato “tutte le strutture formative del Movimento, dalle scuole, alle cittadelle fino all’università”.

C’è poi l’invito, proprio anche di papa Francesco, a “superare la tentazione dell’autoreferenzialità e a mettersi in cammino per raggiungere tutti”, per “realizzare la fraternità universale, l’unità, la pace. Di tutto questo – ha sottolineato monsignor Zani – c’è un’estrema necessità oggi a tutti i livelli, soprattutto a quello della politica”.

È proprio nel segno del rinnovamento quaresimale e della vittoria sull’indifferenza che il presule ha concluso la sua omelia, ricordando il recente avvio del processo di beatificazione di Chiara Lubich e il recentissimo annuncio del Giubileo della Misericordia.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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