A Roma è scontro sulle “unioni di fatto” etero e omosessuali

ROMA, domenica, 8 gennaio 2006 (ZENIT.org).- A Roma si è riaccesa la discussione sull’opportunità dell’istituzione delle “unioni di fatto” sia etero che omosessuali.

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Il 22 dicembre 2005 il Consiglio del X Municipio del Comune di Roma ha ritenuto opportuno approvare una delibera per l’istituzione di un “registro delle unioni civili” presso gli uffici del Municipio stesso.

L’iniziativa, promossa da Sandro Medici, Presidente del X Municipio, e sostenuta dai diversi dirigenti e assessori del partito di Rifondazione Comunista, è stata criticata aspramente dal Vicariato di Roma.

In un editoriale apparso prima sul sito web e poi, questa domenica, nella versione cartacea del settimanale diocesano “Roma Sette” ( http://www.romasette.it/modules/news/), si respinge il provvedimento come espressione di “una pervicace volontà e scelta ideologica, socialmente distruttiva oltre che inammissibile sul piano giuridico e ancor più su quello morale”.

L’articolo è firmato con tre asterischi, che, secondo una prassi consolidata, rappresenta in realtà la firma della Segreteria particolare del Cardinale Vicario di Roma, Camillo Ruini.

In esso si rileva che “dopo una serie di premesse discutibili o persino erronee, presumendo che non sussiste alcuna relazione o connessione tra il registro e le banca dati contenente i dati anagrafici e di stato civile”, il Consiglio del X Municipio “ha impegnato la Giunta municipale a istituire entro trenta giorni tale registro”.

“Roma Sette” sottolinea anche che “l’iscrizione viene dichiarata possibile anche se una sola delle due persone ha la residenza in quel Municipio”, spiegando che “si tratta, con tutta evidenza, di unioni anche tra persone dello stesso sesso”, e che si tenta in tal modo di andare “completamente al di là delle prerogative e competenze di un Municipio”.

Si tratta, continua l’editoriale, “di legittimare qualcosa di simile a un matrimonio, o almeno a un ‘piccolo matrimonio’ attuando una pervicace volontà e scelta ideologica”.

Il 17 dicembre, Angelo Zema, Direttore del settimanale diocesano “Roma Sette”, aveva già criticato la scelta della Giunta Regionale del Lazio di riconoscere le coppie di fatto, bollando la legge come “priva di logica” e portatrice di un “gravissimo danno sociale”.

A sostegno della delibera del X Municipio si è mosso il Presidente Massimiliano Smeriglio, Presidente dell’XI Municipio, esponente di Rifondazione Comunista e collega di partito di Sandro Medici.

Smeriglio ha preparato una delibera per istituire il registro delle unioni civili, simile a quella votata dal X Municipio. La delibera che dovrebbe essere votata il 13 gennaio è stata salutata da Fabrizio Marrazzo, Presidente dell’Arcigay di Roma, come “un atto di civiltà” “per riconoscere l’esistenza di migliaia di coppie lesbiche e gay”.

Per manifestare il sostegno alle unioni di fatto l’Arcigay ha annunciato per il 14 gennaio una manifestazione dal titolo “Tutti in Pacs”, che si svolgerà in Piazza Farnese a Roma.

Il Presidente dell’Arcigay e deputato dei Ds (Democratici di Sinistra) Franco Grillini, che nell’ottobre del 2002 ha presentato la proposta sui Pacs, ha precisato che la manifestazione del 14 gennaio intende sollecitare il Parlamento a trasformare quella proposta in legge.

Alla manifestazione hanno già aderito associazioni gay, lesbiche, trans, da Arcigay e Arcilesbica alle famiglie Arcobaleno, da gayleft, all’Associazione, parenti, e amici omosessuali (Agedo) ed anche l’ufficio Cgil Nuovi Diritti.

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ZENIT Staff

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