A Palazzo Delfini, una lapide ricorda i fondatori della Compagnia di Gesù

Inaugurato ieri il monumento commemorativo nello storico edificio, sede dell’Ambasciata polacca presso la Santa Sede, alla presenza del card. Rylko e di mons. Ptasznik, rettore della chiesa polacca di San Stanislao

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L’11 di novembre i polacchi ricordano l’indipendenza della Patria alla fine della Prima Guerra Mondiale. È il giorno della Festa Nazionale che viene celebrata anche presso le Ambasciate polacche in tutto il mondo. Quest’anno a Roma nell’Ambasciata della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede la festa si è celebrata in anticipo, il 5 novembre, ed è stata preceduta dalla cerimonia dell’inaugurazione della lapide commemorativa sulla facciata del Palazzo Delfini, sede dell’Ambasciata dal 1997, per ricordare i fondatori della Compagnia di Gesù: Sant’Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e San Pietro Favre. La lapide è stata realizzata per l’iniziativa della stessa Ambasciata e finanziata dal Ministero di Cultura ed Eredità Nazionale della Repubblica di Polonia.

Ieri sera, mercoledì 5 novembre, alle 19.30, la lapide è stata inaugurata dall’Ambasciatore polacco, Piotr Nowina-Konopka, e il segretario della Compagnia di Gesù, padre Ignacio Echarte. Il card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, l’ha benedetta, mentre mons. Pawel Ptasznik, capo della sezione polacca della Segretaria di Stato e rettore della chiesa polacca di San Stanislao, ha letto il telegramma del Papa a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.

“In occasione dell’inaugurazione in codesto Palazzo Delfini della lapide commemorativa dedicata Sant’Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e San Pietro Favre – recitava il testo – il Santo Padre rivolge il suo cordiale saluto esprimendo vivo compiacimento per l’iniziativa e, mentre auspica che essa susciti rinnovata adesione al Vangelo e fervida testimonianza cristiana sull’esempio dei Santi Fondatori della Compagnia di Gesu’ invia ai presenti  tutti la benedizione apostolica”. Alla cerimonia hanno partecipato gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede e numeroso gruppo dei gesuiti residenti a Roma. 

Va ricordato che il Palazzo Delfini, situato in via dei Delfini 16, è costruito nel luogo dove sorgeva la casa di Antonino Frangipane, che fu la terza casa in cui abitarono a Roma Sant’Ignazio Loyola e i suoi compagni (ottobre 1538 – febbraio 1541).  In seguito, la casa divenne proprietà di Mario Delfini, che diede il nome al palazzo e alla strada. Uno scritto anonimo del 1548 dice che, quando si costruì l’edificio attuale, si conservò la stanza dove era vissuto Sant’Ignazio, per la profonda venerazione che Delfini professava verso il fondatore dei gesuiti. Al pianoterra si conservano infatti due piccole stanze del XIV o XV secolo.

La casa in via dei Delfini fu luogo di importantissimi eventi per la storia della Compagnia di Gesù, qui il 18 novembre 1538 fu ricevuta la sentenza assolutoria, qui nel 1539 vennero celebrate le deliberazioni per fondare la Compagnia, qui nel 1540 venne redatta da Sant’Ignazio la prima Formula dell’Istituto, da qui partì Francesco Saverio per l’India nel marzo 1540, qui infine il 27 settembre 1540 fu ricevuta la prima bolla di approvazione, Regimini militantis Ecclesiae con la quale la Compagnia di Gesù si aggiungeva al numero degli ordini religiosi canonicamente eretti nella Chiesa.

Nell’inverno del 1538-1539 nella casa Frangipane Ignazio e i suoi compagni praticavano la carità verso i poveri. Fu un inverno particolarmente gelido e al freddo si aggiunse una terribile carestia a Roma e dintorni. I padri della Compagnia cominciarono a portare i poveri in casa, con le elemosine di cui essi stessi vivevano, fornivano loro qualche aiuto, pane per gli infermi e anche un letto. Insegnavano loro la dottrina cristiana. I biografi narrano che quell’inverno soccorsero circa 3 mila bisognosi. 

Va sottolineato anche che la lapide commemorativa viene posta sul palazzo dell’Ambasciata polacca nel 450° anniversario dell’arrivo dei Gesuiti in Polonia (1564).

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Włodzimierz  Rędzioch

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