A Monti, il primo raduno delle confraternite sarde

100 confraternite e 2000 partecipanti, ieri, al “Cammino di fraternità regionale”, la manifestazione organizzata dalla confraternita “San Gavino” in provincia di Ozieri

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“Sono particolarmente commosso e felice dare il benventuo alle oltre 100 confraternite e duemila partecipanti convenuiti oggi a Monti per il primo ‘Cammino di fraternità regionale'”. Lo ha detto, ieri, mons. Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Ozieri, nei suoi saluti introduttivi alla manifestazione delle confraternite sarde organizzata dalla locale confraternita di “San Gavino”.

Manifestazione che ha visto la presenza dei massimi dirigenti della Confederazione delle confraternite delle diocesi d’Italia, con il suo presidente Francesco Antonetti, ma anche dell’assistente spirituale nazionale della Confederazione mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e decine di sacerdoti dell’isola convenuti “per condividere – come ha detto il presidente Antonetti nel suo saluto – “un momento importante”.

Ovvero, “il primo momento di fratellanza qui in Sardegna”; un momento insieme “di preghiera e di testimonianza di pietà popolare”. Elogiando l’organizzatore dell’evento, Antonio Barria, nuovo delegato regionale della Confederazione, Antonetti ha sottolineato il forte senso di appartenenza che lega la Confederazione ai sodalizi sardi. “Tutti insieme in cammino per testimoniare la fede semplice ma profonda, come la vuole Papa Francesco”.

Anche mons. Parmeggiani ha voluto sottolineare alcune parole del pontificato di Papa Bergoglio: “evangelicità, ecclesialità e missionarietà”. Tre parole – ha detto – che “dovranno essere sempre di ispirazione per le confraternite di questa antica e nobile terra”.

Dopo la cerimonia eucaristica, il programma del cammino è proseguito con il Convegno dal titolo: “Passato, presente e futuro delle confraternite sarde”. Per mons Antonio Interguglielmi, responsabile dell’Ufficio delle aggregazioni laicali e confraternite del Vicariato di Roma, il Cammino sardo – ha detto – “è uno splendido esempio di missionarietà cristiana e pietà popolare da imitare e portare anche nella nostra diocesi di Roma”.

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Antonello Cavallotto

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