A Milano, un mese di cultura cattolica

77 incontri per dare spazio ai giovani

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 2 maggio 2011 (ZENIT.org).- Più di 77 incontri, concerti, mostre, spettacoli di cinema e teatro si svolgeranno tra Milano, Varese, Lecco e Monza, tra il due e il 29 maggio.

L’iniziativa è promossa dal servizio per il Coordinamento dei Centri Culturali Cattolici della diocesi di Milano ed ha per tema “I Giovani – il futuro”.

Per saperne di più ZENIT ne ha intervistato il responsabile, monsignor Giovanni Balconi.

Perché questa mobilitazione?

Monsignor Balconi: Avevamo in animo da diverso tempo di far sì che il territorio capisse che la cultura cattolica di ispirazione evangelica ha la sua importanza, perché oggi si parla molto di cultura ma quella cattolica viene scarsamente considerata. Allora ci siamo chiesti perché non proporre una serie di eventi legati al convegno annuale, così che la gente cominciasse a capire il valore e l’importanza della cultura cattolica.

L’anno scorso avevamo cominciato timidamente con la città di Milano. L’iniziativa è andata bene, i centri culturali hanno risposto. Abbiamo visto che la gente ha cominciato a riflettere sull’importanza della trasmissione della cultura cristiana cattolica. Allora l’anno scorso abbiamo diffuso questa iniziativa alla Diocesi e quest’anno abbiamo cercato di diffonderla meglio in un circolo più vasto. Se l’anno scorso gli eventi sono stati 53, quest’anno sono 77.

Come avete scelto il tema e perchè?

Monsignor Balconi: Volevamo agganciarci al tema dell’anno scorso che era la sfida educativa. Sfida educativa significa interessarsi dei giovani, così quest’anno abbiamo scelto “I Giovani – il futuro”. Perché i giovani sono portatori di speranza e costruttori di futuro. Non si può parlare di giovani senza parlare di futuro, senza giovani manca il futuro e senza giovani il futuro non esiste.

Inoltre i giovani non sono solo portatori di futuro ma possono disseminare la storia con semi di speranza. Allora ci siamo proposti di interrogare i giovani in prima persona, e di interrogarci come adulti sui giovani, per vedere come evidenziare quei semi di speranza che i giovani sanno trasmettere alla società.

Avete coinvolto solo i cattolici o volete guardare oltre?

Monsignor Balconi: Quando parliamo di centri culturali, noi manifestiamo l’interessamento per chi ha già la fede, ma intendiamo proporci a tutti indistintamente, per chi crede e per chi non crede. Per chi crede perché possa rafforzare le proprie scelte di fede e per chi non crede perché possa riflettere, prendere coscienza, confrontarsi con una certa sensibilità e una certa mentalità.

Inoltre, noi sappiamo che i giovani non sono interessati solo ad andare il sabato sera in discoteca. I giovani hanno anche altri valori, altre esigenze, i giovani che noi conosciamo, i giovani che noi avviciniamo, non sono coloro che si preoccupano solo di vedere determinati programmi televisivi, ma sono quei giovani che avendo delle proposte da fare cercano di costruire il futuro. Non siamo interessati ad un discorso autoreferenziale, perché la cultura è un modo per dialogare con tutte le persone. La cultura è comunicazione.

Noi intendiamo proporre una cultura rinnovata con al centro l’umanesimo cristiano. Una cultura basata sul modo di essere, basata su dei valori veri e solidi. Il nostro discorso riguarderà non solo la presa di consapevolezza dei problemi che i giovani hanno, ma sarà propositivo, nel senso di vedere in che modo i giovani possano essere presenti nella società e nella cultura con tutto il loro bagaglio di valori.

Ci sono tante persone che invocano i valori, ma c’è anche tanta confusione…

Monsignor Balconi: C’è una sfiducia nei confronto dei giovani, si afferma di aver bisogno dei giovani, ma quale spazio di fatto viene riservato ai giovani? Quali ruoli vengono realmente riconosciuti ai giovani? Noi intendiamo continuare il discorso iniziato dal Beato Giovanni Paolo II, il quale ha incontrato il cuore dei giovani, si è sentito in sintonia con loro nonostante la sua età, perché aveva fiducia, li ascoltava, li interrogava, teneva presente le loro esigenze. Noi abbiamo fiducia nelle nuove generazioni, e siamo certi che possono cambiare il mondo in meglio, come sta avvenendo nei Paesi del Medio Oriente.

Molti giovani nutrono ancora un pregiudizio nei confronti della Chiesa cattolica, vista come moralista o buonista, mentre loro cercano grandi sfide, qualcosa di grande e di eroico per cui donarsi.

Monsignor Balconi: L’equivoco sulla Chiesa nasce da un cattivo concetto di morale. Hanno confuso morale con moralismo, morale con abitudine, con consuetudini. Mentre la morale è vita è il modo in cui noi ci interroghiamo sulla vita. E la vita è piena di proposte, di valori, di idealità.

[Per maggiori informazioni: http://www.chiesadimilano.it/or/rassegnastampa/UFFICI/comunicazione/PRIMAVERA_CULTURA2011.pdf]

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ZENIT Staff

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