A Gaza termina la tregua

Stamattina sono ricominciate le ostilità, mentre l’Onu chiede un “cessate il fuoco immediato e senza condizioni”

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Proprio nel giorno in cui una larga fetta dell’Islam festeggia la fine del Ramadam – tra cui i sunniti di Hamas – la possibilità di una tregua a Gaza sembra nuovamente infrangersi sotto i colpi dell’artiglieria e dei razzi. All’alba di oggi, dopo una notte in cui i fuochi delle armi sono rimasti spenti, si sono registrati nuovi attacchi da ambo le parti. La prima vittima è stato un bambino palestinese di 4 anni, ucciso da una salva di cannone israeliano, secondo quanto denunciato dal  portavoce dei servizi locali di pronto soccorso, Ashraf al-Qudra.

Alla luce degli oltre mille morti tra i palestini e 45 israeliani più un bracciante thailandese immigrato in Israele, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha ordinato un “cessate il fuoco umanitario immediato e senza condizioni”. I 15 Paesi membri, riunitisi d’urgenza a New York, esortano Israele ed Hamas a far “applicare pienamente” la tregua per tutta la durata della festa musulmana dell’Eid al Fitr (la fine del Ramadan) “ed oltre”.

Il cessate il fuoco, secondo la richiesta dell’Onu, dovrebbe basarsi “sulla proposta egiziana” di mediazione. L’Agenzia Aki-Adnkronos International ha intanto riportato le parole di un dirigente dell’Autorità Nazionale Palestinese, secondo cui “una delegazione di Hamas e della Jihad islamica si recherà al Cairo nei prossimi giorni per prendere in esame con i responsabili egiziani il raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza”. All’incontro dovrebbe esserci anche qualche rappresentate di Israele.

È proprio a Israele che si rivolge l’appello di padre Mario Cornioli, parroco di Beit Jala, in Cisgiordania, che alla Radio vaticana dice: “Bisognerebbe convincere Israele che può bastare questo massacro: sono già morte più di mille persone, migliaia e migliaia di feriti…”.

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ZENIT Staff

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