A due mesi dalla “Love Parade” di Duisburg

di padre Piero Gheddo*

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ROMA, lunedì, 20 settembre 2010 (ZENIT.org).- Trovo in Internet una notizia imprevista perché fuori tempo. L’organizzatore della “Love Parade” svoltasi a Duisburg il sabato 24 luglio 2010, Rainer Schaller, dopo averne discusso con i suoi collaboratori e le autorità politiche, ha annunciato una decisione drastica e definitiva: in Germania la manifestazione non si svolgerà più.

Forse non tutti ricordano cosa è successo. Il 24 luglio circa un milione e mezzo di giovani da tutta l’Europa si erano dati appuntamento nella cittadina tedesca di Duisburg per una giornata all’insegna del ballo (sballo) e della musica techno ad alto volume, che sarebbe terminata il mattino seguente. L’iniziativa, incominciata nel 1989 a Berlino, è promossa dalla comunità omosessuale per richiamare l’attenzione sulle discriminazioni e la mancanza di parità nei diritti, ma è aperta a chiunque e sono decine di migliaia i giovani provenienti da tutta l’Europa che ogni anno si radunano per questo festival estivo.

Però il 24 luglio scorso la festa si è trasformata in tragedia, quando centinaia di giovani sono rimasti bloccati in un tunnel che collega la spianata del festival alla città e pressati da altre folle di giovani che da un lato spingevano per entrare  e dall’altro per uscire, a causa di un panico improvviso che si era diffuso fra i partecipanti. Risultato: 19 morti e 516 feriti soccorsi in ospedale. Fra i morti anche una ragazza di Brescia, Giulia Minola di 21 anni.

C’era chi, per farsi largo, calpestava i corpi di chi cadeva a terra. “Sono entrato e uscito dall’inferno, non posso ancora capire quello che è successo, la gente cadeva sulla testa degli altri”, ha detto uno degli scampati da quel tunnel della morte. Il resto dei partecipanti, ignaro della tragedia, ha continuato a ballare e a festeggiare fino a notte inoltrata. Gli agenti, per evitare ulteriori scene di panico, hanno preferito evitare un’evacuazione totale e immediata.    

Nella “Rassegna stampa” sull’avvenimento, trovata in Internet, c’erano naturalmente giornali tedeschi ma anche italiani e di altri paesi. Scorrendo i commenti alla notizia, mi pare che nessuno condanni una manifestazione del genere: scrivono  che la colpa è della polizia, delle autorità locali o nazionali, del tunnel troppo stretto e via dicendo. Nessuno ha dato un giudizio morale, scrivendo che queste “Love Parade” vanno condannate e proibite. 

Oggi in Italia tutti avvertono l’emergenza “educazione di giovani”. Le famiglie di separati o divorziati non educano più, le scuole sono decadute, la Chiesa è abbandonata dai  giovani…. Però la Chiesa ha fatto gli oratori (in Italia circa 6.000), dove c’è l’educazione all’onestà, allo sport, alla convivenza civile, alla fede cristiana che responsabilizza i giovani ad apprezzare il dono della vita.

In un’epoca in cui la Chiesa non riesce più a gestire gli oratori e deve chiuderli per mancanza di personale e di risorse, la cosiddetta “morale laica” cosa ha fatto e fa per i giovani? Ha sostituito gli oratori con le discoteche che molti definiscono “centri di diffusione delle droghe”. Infatti i morti delle notti fra sabato e domenica sono in genere giovani che si mettono alla guida sotto l’influsso di alcool o di droghe. E ha creato tanti tipi di “Love Parade”, dove la perversione, il caos e il vuoto spirituale regnano sovrani.  

Droga, alcol, sesso libero e musica psichedelica per ore ad altissimo volume, sono alcuni dei “diversivi” che i ragazzi cercano e trovano in questi ritrovi autorizzati, a volte promossi e finanziati dai governi locali. Tutto questo è il frutto della nostra civiltà sempre più lontana da Dio e quindi dall’educazione dei giovani.

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*Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di Mondo e Missione e di Italia Missionaria, è stato tra i fondatori della Emi (1955), di Mani Tese (1973) e Asia News (1986). Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente scrivendo oltre 80 libri. Ha diretto a Roma l’Ufficio storico del Pime e postulatore di cause di canonizzazione. Oggi risiede a Milano.

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ZENIT Staff

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