Incontro di Preghiera per la Pace “Nessuno si salva da solo – Pace e Fraternità”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi” - Campidoglio - Foto (Screenshot) Vatican Media

“La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità”

Incontro di Preghiera per la Pace “Nessuno si salva da solo – Pace e Fraternità”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi” – Appello di Pace

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Questo pomeriggio, il Santo Padre Francesco partecipa all’Incontro di Preghiera per la Pace “Nessuno si salva da solo – Pace e Fraternità”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Alle ore 17.15, dopo aver presieduto il momento di preghiera ecumenica per la pace con le altre confessioni cristiane nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli, Papa Francesco prende parte alla cerimonia con i rappresentanti delle grandi religioni mondiali sulla Piazza del Campidoglio. Dopo gli interventi del Prof. Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio, del Presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella, e dei Leader religiosi presenti, il Santo Padre pronuncia il Suo discorso. Segue un minuto di silenzio in memoria delle vittime della pandemia e di tutte le guerre. Subito dopo viene letto l’Appello di Pace Roma 2020. Quindi alcuni bambini ricevono il testo dell’appello dai Leader religiosi e lo consegnano agli ambasciatori e ai rappresentanti della politica nazionale ed internazionale presenti. Al termine dell’Incontro, dopo l’accensione del candelabro di pace da parte del Santo Padre e dei Leader religiosi e il segno della pace, alle ore 18.30 circa, il Papa fa rientro in Vaticano. Pubblichiamo di seguito il testo dell’Appello di Pace firmato dal Santo Padre e dai Leader religiosi presenti:

Appello di Pace

Convenuti a Roma nello “spirito di Assisi”, spiritualmente uniti ai credenti di tutto il mondo e alle donne e agli uomini di buona volontà, abbiamo pregato gli uni accanto agli altri per implorare su questa nostra terra il dono della pace. Abbiamo ricordato le ferite dell’umanità, abbiamo nel cuore la preghiera silenziosa di tanti sofferenti, troppo spesso senza nome e senza voce. Per questo ci impegniamo a vivere e a proporre solennemente ai responsabili degli Stati e ai cittadini del mondo questo Appello di Pace.

In questa piazza del Campidoglio, poco dopo il più grande conflitto bellico che la storia ricordi, le Nazioni che si erano combattute strinsero un Patto, fondato su un sogno di unità, che si è poi realizzato: l’Europa unita. Oggi, in questo tempo di disorientamento, percossi dalle conseguenze della pandemia di Covid-19, che minaccia la pace aumentando le diseguaglianze e le paure, diciamo con forza: nessuno può salvarsi da solo, nessun popolo, nessuno! Le guerre e la pace, le pandemie e la cura della salute, la fame e l’accesso al cibo, il riscaldamento globale e la sostenibilità dello sviluppo, gli spostamenti di popolazioni, l’eliminazione del rischio nucleare e la riduzione delle disuguaglianze non riguardano solo le singole nazioni. Lo capiamo meglio oggi, in un mondo pieno di connessioni, ma che spesso smarrisce il senso della fraternità. Siamo sorelle e fratelli, tutti!

Preghiamo l’Altissimo che, dopo questo tempo di prova, non ci siano più “gli altri”, ma un grande “noi” ricco di diversità. È tempo di sognare di nuovo con audacia che la pace è possibile, che la pace è necessaria, che un mondo senza guerre non è un’utopia. Per questo vogliamo dire ancora una volta: “Mai più la guerra!”. Purtroppo, la guerra è tornata a sembrare a molti una via possibile per la soluzione delle controversie internazionali. Non è così. Prima che sia troppo tardi, vogliamo ricordare a tutti che la guerra lascia sempre il mondo peggiore di come l’ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità.

Ci appelliamo ai governanti, perché rifiutino il linguaggio della divisione, supportata spesso da sentimenti di paura e di sfiducia, e non s’intraprendano vie senza ritorno. Guardiamo insieme alle vittime. Ci sono tanti, troppi conflitti ancora aperti. Ai responsabili degli Stati diciamo: lavoriamo insieme ad una nuova architettura della pace. Uniamo le forze per la vita, la salute, l’educazione, la pace. È arrivato il momento di utilizzare le risorse impiegate per produrre armi sempre più distruttive, fautrici di morte, per scegliere la vita, curare l’umanità e la nostra casa comune. Non perdiamo tempo! Cominciamo da obiettivi raggiungibili: uniamo già oggi gli sforzi per contenere la diffusione del virus finché non avremo un vaccino che sia idoneo e accessibile a tutti. Questa pandemia ci sta ricordando che siamo sorelle e fratelli di sangue. A tutti i credenti, alle donne e agli uomini di buona volontà, diciamo: facciamoci con creatività artigiani della pace, costruiamo amicizia sociale, facciamo nostra la cultura del dialogo.

Il dialogo leale, perseverante e coraggioso è l’antidoto alla sfiducia, alle divisioni e alla violenza. Il dialogo scioglie in radice le ragioni delle guerre, che distruggono il progetto di fratellanza inscritto nella vocazione della famiglia umana. Nessuno può sentirsi chiamato fuori. Siamo tutti corresponsabili. Tutti abbiamo bisogno di perdonare e di essere perdonati. Le ingiustizie del mondo e della storia si sanano non con l’odio e la vendetta, ma con il dialogo e il perdono. Che Dio ispiri questi ideali in tutti noi e questo cammino che facciamo insieme, plasmando i cuori di ognuno e facendoci messaggeri di pace.

Roma, Campidoglio, 20 ottobre 2020.

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ZENIT Staff

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