di Alexandre Ribeiro
CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 9 marzo 2011 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha affermato questo mercoledì che per stabilire una giusta relazione con la natura l’uomo deve in primo luogo riconoscere la propria condizione di creatura.
Il Pontefice ha inviato un Messaggio alla Chiesa in Brasile in questo Mercoledì delle Ceneri, quando inizia nel Paese la tradizionale Campagna di Fraternità, che ogni anno mira a risvegliare la solidarietà dei cattolici e della società in relazione a un problema concreto. Quest’anno durante la Quaresima si discuterà sul tema “Fraternità e Vita sul Pianeta”.
Nel testo, inviato al presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), monsignor Geraldo Lyrio Rocha, Benedetto XVI ha espresso la sua “viva soddisfazione” per il fatto di unirsi, “ancora una volta, a tutta la Chiesa in Brasile che si propone di percorrere l’itinerario penitenziale della Quaresima”, chiedendo “un cambiamento di mentalità e di atteggiamento per la salvaguardia del creato”.
Citando il motto della Campagna – “La creazione geme nelle doglie del parto” –, Il Papa ha affermato che si può “includere fra i motivi di tali gemiti il danno provocato al creato dall’egoismo umano”.
“È però anche vero che la creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. Così come il peccato distrugge la creazione, quest’ultima viene restaurata quando si rendono presenti i figli di Dio prendendosi cura del mondo affinché Dio sia tutto in tutti”.
Il Pontefice ha indicato che il primo passo per “una corretta relazione con il mondo che ci circonda è proprio il riconoscimento, da parte dell’uomo, della sua condizione di creatura”.
“L’uomo non è Dio, ma è la Sua immagine. Per questo, deve cercare di diventare più sensibile alla presenza di Dio in ciò che gli sta attorno: in tutte le creature, e specialmente nella persona umana, c’è una sorta di epifania di Dio”.
L’uomo, ha aggiunto, “sarà capace di rispettare le creature nella misura in cui avrà nel suo spirito un senso pieno della vita; in caso contrario, sarà portato a disprezzare se stesso e ciò che lo circonda, a non avere rispetto per l’ambiente in cui vive, per la creazione”.
Per questo, per Benedetto XVI la prima ecologia che va difesa è “l’ecologia umana”.
Secondo il Papa, non si potrà mai parlare di un’autentica difesa dell’ambiente “senza una chiara difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, senza una difesa della famiglia basata sul matrimonio fra un uomo e una donna”, “senza una vera difesa di quanti sono esclusi ed emarginati dalla società, senza dimenticare, in questo contesto, coloro che hanno perso tutto, vittime di disastri naturali”.
Il dovere di aver cura dell’ambiente, ha sottolineato, “è un imperativo che nasce dalla consapevolezza che Dio affida la Sua creazione all’uomo non perché eserciti su di essa un dominio arbitrario, ma perché la conservi e la curi come un figlio cura l’eredità di suo padre, e una grande eredità”.
[Traduzione dal portoghese di Roberta Sciamplicotti]