Marriage - Wedding Rings

Robert Cheaib

Ecco le unioni civili: un matrimonio camuffato

Il testo approvato ieri in Senato richiama quasi tutte le norme vigenti per le coppie sposate. E anche sull’adozione lascia ampi margini. Non prevista l’obiezione di coscienza

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“Abbiamo impedito una rivoluzione contro natura”. È soddisfatto Angelino Alfano, leader di Ncd e ministro dell’Interno, il giorno dopo l’approvazione del maxi-emendamento a firma di Maria Elena Boschi, costituito da un unico articolo e 69 commi, che introduce le unioni civili in Italia. È soddisfatto perché, dopo un’estenuante trattativa con il Pd, è riuscito ad ottenere lo stralcio dell’adozione del figliastro e del vincolo di fedeltà.
Sono bastati questi due “aggiustamenti”, secondo Alfano, per ritenere evitata quella che chiama una “rivoluzione contro natura”. Non è dato sapere cosa intenda precisamente con questa definizione, sta di fatto che se si sottopone a una lente d’ingrandimento il ddl approvato ieri, è facile constatare che siamo di fronte un matrimonio camuffato.
Formalmente il testo passato all’esame del Senato è infarcito di precisazioni atte a distinguere le unioni civili dal matrimonio. Tuttavia, al comma 20 l’equiparazione al matrimonio è presto fatta: “Le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole coniuge, coniugi, o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti non ché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”.
Vita familiare
Non solo. In un altro passaggio del ddl, è presente un esplicito accostamento tra una coppia contraente l’unione civile e una famiglia: “Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”.
Il Rito e la mancata obiezione di coscienza per l’ufficiale di stato civile
Un’altra analogia con il matrimonio, è riscontrabile laddove si spiega che l’unione civile si sancisce attraverso “dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni”. I contraenti non possono essere già sposati e non possono avere tra loro legami di sangue (ma come, se il principio è un astratto concetto di amore, perché due parenti non possono provare questo reciproco sentimento?). Una volta che l’ufficiale ha provveduto a registrare gli atti di unione, “le parti possono stabilire di assumere un cognome scegliendo tra i loro cognomi”. Nota bene: non è previsto che l’ufficiale di stato civile possa fare obiezione di coscienza. Un aspetto, questo, che in futuro potrebbe suscitare problemi.
Coabitazione, obblighi e diritti
Una volta contratta l’unione civile, la coppia ha l’obbligo reciproco dell’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Regole identiche al matrimonio riguardo il congedo matrimoniale, gli assegni familiari e i trattamenti assicurativi. Eliminato invece l’obbligo di fedeltà reciproca, che ha un valore squisitamente simbolico ma che assicura tutele dinanzi a un coniuge fedifrago. Obbligo che un ddl firmato da Laura Cantini (Pd) e approdato ieri in Senato, vorrebbe eliminare anche dal codice civile. “È un retaggio di una visione superata e vetusta del matrimonio”, afferma la Cantini. La quale però avrebbe voluto applicare questo “retaggio” del passato anche alle “moderne” unioni civili.
Fine dell’unione e alimenti
L’unione civile si può sciogliere attraverso un accordo tra le parti o anche per recesso unilaterale. Per farlo bastano tre mesi, solo la metà di quelli necessari a una coppia sposata dopo l’approvazione del divorzio breve. Come nel matrimonio, anche alle unioni civili si applicano le disposizioni sull’obbligo di prestare gli alimenti al coniuge separato nel caso in cui versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento.
Reversibilità ed eredità
Ai contraenti è garantita anche la reversibilità della pensione nel caso in cui uno dei due venisse a mancare. Breve premessa storica: questo istituto nasce in Italia nel 1939 nell’ambito del cosiddetto “diritto alla vedova”, un insieme di tutele rivolto alle donne che, non avendo un lavoro, alla morte del marito rimanevano prive di reddito minimo e con il compito di provvedere al sostentamento dei figli. Ora, estendendo la reversibilità anche alle unioni civili, oltre a tradire la ragione originaria di questo provvedimento, si rischia di non avere le necessarie coperture economiche. Maurizio Sacconi (Ncd) ritiene che i conti dell’Inps possano andare in tilt. Il timore è inoltre che alcune coppie, anche se non unite sentimentalmente, potrebbero contrarre l’unione civile solo per usufruire della reversibilità della pensione. Il suo collega di partito Roberto Formigoni, intervistato da ZENIT, commenta a tal riguardo: “La fantasia dei truffatori è sconfinata”, ma spera che “ci saranno controlli adeguati per impedire le truffe”. Ma nel Paese dei falsari e nell’ambito di una legge approvata in fretta e furia, senza approfondire eventuali anomalie, è legittimo serbare più di un dubbio.
Stepchild adoption e adozioni
Uno dei punti più dibattuti del ddl Cirinnà era la possibilità, anche nell’ambito di una coppia omosessuale, di adottare il figlio biologico del compagno. Stralciata la stepchild adoption, restano però dei nodi. Il comma 20 richiama infatti la legge sulle adozioni, dando ai giudici la facoltà di decidere “caso per caso” se dare il via libera alle adozioni. L’altro nodo è il richiamo all’art. 3 della Costituzione (principio di uguaglianza davanti alla legge), che lascia la porta aperta all’introduzione di altri diritti.
Tra questi ultimi, si può supporre che ci sarà anche la controversa stapchild adoption. Uscita dalla porta di Palazzo Madama, potrebbe rientrare dalla finestra, lanciata direttamente dai giudici di Strasburgo. Infatti la Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte ribadito che, una volta che le unioni civili presentano analogie con la famiglia come quelle finora evidenziate, non può essere negata la possibilità di adottare il figlio del convivente.
E come se non bastasse, la stessa Cirinnà, che solo una settimana fa annunciava il ritiro dalla vita politica per essersi vista bocciare dal M5S il “supercanguro” che avrebbe portato all’approvazione del suo testo originale, oggi esulta e prometta: “Un ddl sulle adozioni per le coppie omosessuali è quasi pronto. Verrà incardinato alla Camera, dove i numeri sono sicuri, in modo che arriverà al Senato blindato”.
In ragione di questi elementi, è legittimo chiedersi: quale sarebbe la “rivoluzione contro natura” che Alfano si vanta di aver impedito?

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Federico Cenci

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