Rohingyan people displaced in 2012 Rakhine State Buddhist violence

Campo profughi Rohingya / Wikimedia Commons - DFID - UK Department for International Development, CC BY-SA 2.0

Papa: “I nostri fratelli rohingya”

Parole di papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 27 agosto 2017 / 1

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Dopo la recita dell’Angelus di oggi, domenica 27 agosto 2017, papa Francesco ha nuovamente richiamato l’attenzione dei fedeli sulla drammatica situazione dei rohingya nel Myanmar (Birmania).
“Sono arrivate tristi notizie sulla persecuzione della minoranza religiosa i nostri fratelli rohingya”, ha detto il Pontefice. “Vorrei esprimere tutta la mia vicinanza a loro; e tutti noi chiediamo al Signore di salvarli e suscitare uomini e donne di buona volontà in loro aiuto, che diano loro i pieni diritti”, ha proseguito il Papa, che ha invitato i fedeli a pregare “per i fratelli rohingya”.
Pesanti scontri tra miliziani della minoranza e le forze di sicurezza birmane hanno provocato infatti nei giorni scorsi la morte di almeno 89 persone. Secondo l’agenzia di stampa AFP, le forze governative hanno usato mortai e mitragliatrici nei pressi della frontiera con il Bangladesh, dove sono confluiti migliaia di civili e sfollati, nella speranza di poter entrare nel Paese.
Papa Francesco ritorna regolarmente sulla questione della minoranza musulmana in Myanmar, perseguitata in patria ma anche respinta da altri Paesi del sudest asiatico.
Nel corso dell’udienza generale di mercoledì 8 febbraio scorso, il Pontefice ha definito i rohingya “gente buona, gente pacifica. Non sono cristiani, sono buoni, sono fratelli e sorelle nostri, è da anni che soffrono”.
Nella Messa a Santa Marta del 19 maggio 2015 e successivamente durante l’incontro con il Movimento Eucaristico Giovanile (MEG) nell’agosto dello stesso anno papa Francesco si era pronunciato sul dramma dei “boat-people” rohingya.
“Quando arrivano in un porto o su una spiaggia, danno loro un po’ d’acqua o un po’ da mangiare e li cacciano via sul mare”, aveva dichiarato il Pontefice. “Questo è un conflitto non risolto, e questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere”, aveva detto.
Secondo i dati raccolti dal “Progetto Arakan” — un’organizzazione umanitaria che difende i diritti dei rohingya –, dal 2010 circa 100.000 membri della minoranza sono fuggiti dal Myanmar via mare.
Le autorità del Myanmar — un Paese a maggioranza buddista — contestano le radici birmane dei rohingya e li considerano immigrati illegali provenienti dal vicino Bangladesh.
Il 4 maggio maggio scorso, in occasione della seconda visita in Vaticano del ministro degli Affari Esteri nonché Premio Nobel per la Pace 1991, Aung San Suu Kyi, la Santa Sede ha annodato piene relazioni diplomatiche con la Repubblica dell’Unione del Myanmar. Due settimane fa, il 12 agosto scorso, il Papa ha nominato il primo nunzio nel Paese asiatico, mons. Paul Tschang In‑Nam.
Non è escluso che papa Francesco visiterà a fine novembre e inizio dicembre 2017 proprio i due Paesi coinvolti nella questione dei rohingya, cioè il Myanmar e il Bangladesh.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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