Fra Giulio Michelini

Padre Michelini: "Parlerò al Papa dell'umanità di Gesù"

Il frate francescano che guiderà gli Esercizi spirituali del Papa e della Curia romana racconta le sue sensazioni e svela che le meditazioni verranno raccolte in un libro dal titolo “Stare con Gesù, stare con Pietro”

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Si terranno dal 5 al 10 marzo nella Casa “Divin Maestro” di Ariccia, vicino Roma, gli Esercizi spirituali cui parteciperanno il Papa e la Curia Romana.
La scelta di Francesco su chi sarà la guida di questi Esercizi è caduta su un francescano. Si tratta del frate minore padre Giulio Michelini. Milanese, classe ’63, è ordinario di Esegesi neotestamentaria all’Istituto Teologico di Assisi. Proficuo scrittore ma anche appassionato lettore, da anni tiene corsi sulla vita coniugale insieme a una coppia di sposi suoi amici.
Intervistato da ZENIT, padre Michelini descrive le sensazioni che ha provato dopo che ha saputo di esser stato scelto dal Papa per svolgere questo impegno, parla dei temi che verranno affrontati e annuncia in anteprima che le meditazioni verranno raccolte in un libro, al termine degli Esercizi, dal titolo Stare con Gesù, stare con Pietro (ed. Porziuncola).
***
Padre Michelini, come e quando ha appreso di esser stato scelto per guidare gli Esercizi spirituali cui parteciperà il Papa?
L’ho appreso la prima domenica di Avvento. Mi ha chiamato un suo collaboratore per annunciarmi questa notizia e per avvisarmi che sarei poi stato chiamato dal Santo Padre.
Come è andata la chiamata con il Papa?
È stato molto cortese nel chiedermi questo favore. Io ho spiegato che avrei avuto difficoltà a parlare davanti al Papa e alla Curia romana, ho anche detto che avrei avuto la possibilità di consigliare delle persone più capaci di me. Il Papa mi ha risposto: “Facciamo così, padre Giulio. Lei continui a pensare che ci sono persone anche più brave di lei. Però per favore venga lei a tenere gli Esercizi”. E mi è sembrata una risposta talmente sapienziale, talmente schietta… Mi fido del Papa.
Lei già aveva avuto modo di conoscere personalmente il Santo Padre?
In verità ho avuto la fortuna di poterlo salutare ed abbracciare, ma non di avere una conversazione con lui. La prima volta quando è venuto ad Assisi ed ha incontrato tutta la comunità francescana di Santa Maria degli Angeli. Poi a Firenze, quando ha incontrato i membri della giunta preparatoria del Convegno ecclesiale nazionale, della quale ero parte. E infine, terza e ultima volta, lo scorso novembre, quando insieme ai colleghi docenti dell’Associazione biblica italiana siamo stati ricevuti in Udienza in Vaticano.
Che sensazioni ha avuto in queste tre occasioni di breve ma affettuoso scambio con il Pontefice?
Mi sono reso conto che il Papa non ha paura dello sguardo, anzi lo cerca. Per me è lo sguardo di Pietro. Infatti il titolo del libro che ho scelto per raccogliere le meditazioni – che verrà pubblicato dalle Edizioni Porziuncola al termine degli Esercizi – è Stare con Gesù, stare con Pietro. Per un francescano è un’esperienza particolare. San Francesco lo chiamava il “signor Papa”. Per me il Papa è Pietro. Penso al Vangelo di Matteo, che insiste molto sulla dimensione ecclesiale. Quindi il mio sguardo è rivolto non solo verso un uomo come me, ma anche verso colui che è Pietro.
Ha confidato che per prepararsi al meglio al clima di questi Esercizi, si è ritirato dieci giorni a Cafarnao, in Galilea. È possibile riassumere in una risposta l’apporto spirituale che offre la presenza fisica in Terra Santa?
Durante gli esercizi avrò modo di parlare dell’umanità di Gesù. Del resto la croce, la passione, la morte, la sepoltura parlano dell’umanità di Gesù, che dobbiamo riscoprire. A Cafarnao, dove Gesù ha iniziato la missione, si può trovare traccia delle strade che ha percorso, del lago che ha attraversato e della casa dove è stato, quella di Simone. Sapere che i miei piedi si trovavano negli stessi luoghi attraversati da Gesù è stato per me commovente. C’è poi un secondo elemento, culturale: l’idea che in Terra Santa, nonostante i conflitti, si rechino pellegrini da tutto il mondo. E infine per noi francescani minori è un onore essere custodi di questa terra.
Le meditazioni verteranno su passione, morte e risurrezione di Gesù secondo il Vangelo di San Matteo. Perché questa scelta? È un testo (il Vangelo di Matteo) che possiede delle caratteristiche che si adattano particolarmente al tempo di Quaresima?
La risposta strettamente tecnica è no. Tutti i Vangeli vengono utilizzati in tempo di Quaresima. Ricordo che nella liturgia ambrosiana prevale il Vangelo di Giovanni, in quella romana invece leggiamo normalmente tutti e tre i Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca). Io ho però scelto Matteo perché è il Vangelo che conosco meglio, è un testo su cui mi trovo a mio agio. Ho scritto un libro su questo testo – Matteo. Introduzione, traduzione e commento (ed. San Paolo, 2013) – ma ciò che dirò al Papa è completamente nuovo.
Lei ha voluto che oltre alle sue riflessioni ce ne fosse una elaborata da un coppia di sposi che da anni collabora con lei, Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, nonché una preparata da una suora clarissa di clausura. Come mai questa scelta?
Perché lavoro da anni con queste persone, è stata una scelta naturale, che ho fatto senza nemmeno rifletterci molto. Ho scritto otto libri con i coniugi Gillini Zattoni. Loro fanno parte della mia modalità di leggere la Bibbia, che non è solo accademica. A loro ho chiesto una consulenza su quella parte della passione di Matteo in cui la moglie consiglia Pilato. Si tratta dunque di attuare il Vangelo alla vita concreta delle persone: i miei amici sono esperti di relazioni di coppia e sono dunque stati utili. Invece la suora clarissa, sapendo che avrei parlato dell’unzione di Betania, mi ha inviato un biglietto. Mi sono parse così belle le sue parole, per cui le citerò tali e quali. In fondo danno un contributo femminile, claustrale, che io non sarei stato in grado di dare. Quindi sono contento che insieme a me ci siano altri mondi, non solo quello maschile consacrato, ma anche quello familiare e quello di una donna che vive nella vita contemplativa.
Proporrà riflessioni basate, oltre che sui brani evangelici, anche su altri testi?
Sì. Ho avuto la fortuna di studiare letteratura moderna e ho una laurea in letteratura straniera. Leggo molto, quindi quando leggo la Parola di Dio mi vengono spesso in mente riferimenti di tipo letterario e anche teologico. Un autore in ambito teologico che da anni frequento è Romano Guardini, che citerò in diverse occasioni. Poi farò anche riferimento a storie vere, ad esempio una che mi ha colpito molto, narrata da Massimo Gramellini sulla sua rubrica che aveva prima su La Stampa. Sul piano strettamente letterario, non potrò non parlare di Amos Oz, saggista israeliano che ha scritto un bellissimo brano su Giuda, uno dei protagonisti della Passione. Proporrò poi una storia raccontata da Emmanuel Carrère sul suo Il Regno, che parla di una perdita di fede. Questi testi rappresentano molto bene il dramma dell’uomo contemporaneo. Per questo citerò anche Franz Kafka. Durante i pasti invece leggeremo un’antologia di testi mariani e il volume Un istante prima dell’alba, di padre Ibrahim Alsabagh, che è il racconto in presa diretta di ciò che accade ad Aleppo durante la guerra.
Ci sono preghiere specifiche e letture del Vangelo con cui i fedeli possono accompagnare il Santo Padre nel corso di questi Esercizi spirituali?
Ci saranno due letture del Vangelo per ogni giorno, una la mattina e una il pomeriggio [1]. Leggendole i fedeli possono accompagnare il Papa e invocare per me e per tutti i partecipanti lo Spirito Santo.
Come si sta preparando a questa esperienza?
Mi sono fermato qualche giorno sul lago di Tiberiade, ma ora sono tornato al mio lavoro di docente. Dunque mi preparo con gli impegni della quotidianità e con la costante preghiera e la Messa, non posso fare altro. Però devo dire che mi accompagna una sensazione di pace che non ho mai percepito prima, la quale credo testimonia che tanti amici stanno pregando per me e per il Papa.
***
[1] Titoli delle singole meditazioni e brano di riferimento
Domenica 5 marzo, pomeriggio al Vespro: Introduzione generale agli Esercizi su Passione, morte e risurrezione di Gesù secondo Matteo.
Lunedì 6 marzo, mattina: La confessione di Pietro e il cammino di Gesù verso Gerusalemme (Mt 16,13-21)
Pomeriggio: Le ultime parole di Gesù e l’inizio della passione (Mt 26,1-19)
Martedì 7 marzo, mattina: Il pane e il corpo, il vino e il sangue (Mt 26,20-35)
Pomeriggio: La preghiera al Getsèmani e l’arresto di Gesù (Mt 26,36-46)
Mercoledì 8 marzo, mattina: Giuda e il campo di sangue (Mt 27,1-10)
Pomeriggio: Il processo romano, la moglie di Pilato e i sogni di Dio (Mt 27,11-26)
Giovedì 9 marzo, mattina: La morte del Messia (Mt 27,45-56)
Pomeriggio: La sepoltura e il sabato di Gesù (Mt 27,57-66)
Venerdì 10 marzo, mattina: La tomba vuota e la risurrezione (Mt 28,1-20) – Conclusione

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Federico Cenci

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