Foto: Il card. Tomas Špidlík e don Franco Nardin

Il card. Tomas Špidlík, un ponte ecumenico tra Oriente e Occidente

Pubblicato da Àncora il volume “Il cuore: l’uno e l’insieme. Il card. Špidlík tra Oriente e Occidente”, a cura del sacerdote Franco Nardin con il sostegno di padre Marko Rupnik e del Centro Aletti

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“Il cuore: l’uno e l’insieme. Il card. Špidlík tra Oriente e Occidente”. È questo il titolo del nuovo libro dedicato al porporato e teologo ceco, edito da Àncora, a cura del sacerdote Franco Nardin – “figlio spirituale” del cardinale – con il sostegno di padre Marko Rupnik e del Centro Aletti. Il volume, prefato da mons. Antonio Mennini, nunzio apostolico a Londra ed esperto di ecumenismo, approfondisce l’antropologia-spirituale ecumenica del cardinale gesuita, un “ponte” tra l’Occidente cristiano e la spiritualità russa.
Teologo autorevole, Špidlík fu stimato dalla Chiesa Cattolica e Ortodossa. Nel corso della sua vita ha ricevuto diverse onorificenze, tra cui, il 26 novembre 2003, la Medaglia d’oro per il contributo alla “cultura” da parte del Ministero dei Beni e delle Attività culturali. Nella Quaresima del 1995 San Giovanni Paolo II lo chiamò a predicare gli Esercizi spirituali, creandolo poi cardinale nell’ottobre 2003 per i suoi meriti di studio e di servizio all’ecumenismo.
La sua opera, frutto di anni di diligente ricerca e di riflessione, lo ha portato alla pubblicazione di 145 libri e oltre 600 articoli. Una produzione che rende quanto mai manifesto, sul piano teologico e spirituale, un pensiero attuale e di grande respiro ecumenico, orientato dall’esigenza di una “nuova visione dell’uomo” sullo sfondo del Personalismo Trinitario.
Al centro della riflessione di Špidlík c’è la “teologia del cuore”, con la quale egli – spiega l’autore nel libro – cerca di formulare un pensiero spirituale capace di ripresentare e di evidenziare i fondamenti principali del valore della persona e delle relazioni. Il “cuore” è infatti il simbolo e l’espressione più adatta per indicare la totalità e l’integrità della persona umana, vero punto d’incontro tra Dio e l’uomo.
Secondo Špidlík, il cuore è infatti il “luogo” dove avviene la conversione e la divinizzazione dell’uomo intero, dove agisce lo Spirito di Dio, che conduce “l’uomo a diventare persona” capace di vere relazioni. Da questo presupposto appare fondamentale, per il teologo gesuita, l’importanza della “preghiera del cuore” presentata come un ideale valido per la mistica dell’Oriente e dell’Occidente Cristiano.
“Nel definire il cuore come ‘l’organo’ della conoscenza e delle relazioni, Špidlík – sottolinea Nardin – esprime l’urgenza di aprirsi ad una epistemologia, intesa quale reale conoscenza della verità di fede e dell’esperienza di Dio, che aiuti l’uomo a una autentica e viva relazione con gli altri uomini”.
In questo orizzonte la spiritualità del gesuita appare dunque efficace per l’antropologia e la vita della Chiesa, oltre che un vero “metodo spirituale” di fare teologia, elaborato durante lunghi anni di studio sui tesori dell’Oriente Cristiano, che assume responsabilmente la propria visione organica, passando dalla Bibbia alla liturgia, al dogma, alla vita spirituale, nel tentativo di cogliere il miracolo dello Spirito Santo presente.
Tale dimensione del pensiero del cardinale è di profonda attualità riallacciandosi visibilmente agli orientamenti pastorali e spirituali della Chiesa di Papa Francesco. Basti pensare all’incontro storico di febbraio con il patriarca ortodosso russo Kirill o alla spinta ecumenica del viaggio di questi giorni in Svezia, in occasione della Commemorazione comune Luterano-Cattolica della Riforma. O ancora le esortazioni rivolte ai partecipanti alla plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa a “valorizzare i due polmoni d’Europa”.
Anche il prossimo Sinodo dei vescovi sui giovani e il discernimento vocazionale rientra tra i grandi temi sviluppati e valorizzati dalla proposta del card. Spidlik e da tutta la sua scuola, in particolare da padre Marko Rupnik e del Centro Aletti, presso cui il porporato viveva e operava. Raccogliendo la sua eredità, il Centro si propone oggi di lavorare sullo scambio dei doni tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, attraverso i vari campi di attività, tra cui le pubblicazioni di libri caratterizzati, appunto, da questo approccio esistenziale alle ricchezze cristiane.
Proprio la vicinanza al Centro Aletti ha condotto don Franco Nardin ad approfondire le sue ricerche sulla spiritualità orientale-russa, conseguendo il dottorato nel 2006 presso la Pontificia Università Lateranense sulla  “Teologia del cuore” del cardinale Špidlík, suo padre spirituale. Dopo un tempo di evangelizzazione in Nigeria, Nardin è stato responsabile per la pastorale giovanile-vocazionale e Caritas di prefettura per la Diocesi di Roma e, poi, con accordi fidei donum, padre spirituale alla Basilica di Note Dame di Fourvière e parroco in missione ad gentes in Francia per l’arcidiocesi di Lione. In lingua francese, con la collaborazione dell’arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin, ha pubblicato il libro sul pensiero antropologico del card. Špidlík dal titolo Le Coeur intégrité de l’homme entier.
[A cura di Salvatore Cernuzio]

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ZENIT Staff

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