Carlo Acutis, un quindicenne “testimone del nostro tempo”

Di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 18 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Carlo Acutis, un ragazzo di 15 anni, bello, allegro, solare, entusiasta della vita. Si ammala nei primi giorni di ottobre del 2006 per quella che sembrava una banale influenza. Dopo pochi giorni la malattia si rivela essere una micidiale leucemia fulminante, e il 12 ottobre dello stesso anno il ragazzo muore.

Carlo è figlio unico di una famiglia cattolica impegnata in tante attività di carità e testimonianza cristiana. La sua breve vita è virtuosa e fedele: recitava il rosario e frequentava la messa ogni giorno, seguiva l’adorazione eucaristica, ma nessuno immaginava quanto opere di bene avesse praticato.

La sua salma è stata vegliata da un continuo pellegrinaggio. Al suo funerale ha partecipato una folla immensa, in molti sono dovuti restare fuori della Chiesa. Le continue testimonianze, lettere, storie, più di 400, che ancora oggi arrivano alla madre Antonia, raccontano di un giovane straordinario, baciato dalla grazia, tanto è che alla Diocesi di Milano, stanno pensando di aprire una causa di beatificazione.

La fama di santità che circonda la figura di questo giovane di 15 anni è tale che, Nicola Gori, redattore de L’Osservatore Romano, esperto nella scrittura dei mistici, ha pubblicato la biografia di Carlo Acutis nel libro “Eucaristia – la mia autostrada per il cielo” (Edizioni San Paolo, 160 pp., 14 Euro).

Il libro pubblicato nella collana “Testimoni del nostro tempo” è stato esaurito in poche settimane, ed è già alla seconda ristampa.

Intervistata da ZENIT Antonia Acutis ha raccontato che qualche giorno prima di essere ricoverato in ospedale Carlo disse ai genitori: “Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio ed andare dritto in Cielo”.

“Sapevo che era pio e virtuoso – ha continuato Antonia – ma non avrei mai immaginato quanto bene avesse fatto e quante persone avevano tratto beneficio dalle sue opere di carità”.

Dalle lettere ricevute si scopre che Carlo era completamente dedicato al bene delle persone che incontrava. Aiutava tutti. Si preoccupava dei suoi amici i cui genitori si stavano separando e li invitava a casa sua per sostenerli.

I soldi che risparmiava li regalava ai poveri, agli anziani, alle suore di clausura, ai sacerdoti, agli extracomunitari. Si batteva per convincere le sue amiche a non banalizzare il loro corpo, ricordando che esso è il “tempio dello spirito”. Fin dalle scuole medie si era invece battuto per opporsi all’aborto.

Era sensibile a tutti quelli che avevano difficoltà nel socializzare. Si prendeva cura dei disabili. In un caso aveva difeso un suo amico disabile maltrattato dagli altri.

Carlo aveva una grande considerazione di tutte le persone e si preoccupava di come tanti sciupassero i talenti che Dio gli aveva donato. In più di una occasione affermò: “Tutti nascono con una propria originalità, ma molti muoiono come fotocopie”.

Un sacerdote che lo ha conosciuto a fondo è monsignor Gianfranco Poma, parroco di Santa Maria Segreta.

In una testimonianza riportata nel libro di Nicola Gori, monsignor Poma racconta della vita di Carlo come di una “normale quotidianità evangelica” con “nessuna ostentazione, nessuna inclinazione ad apparire speciale”.

Monsignor Poma raconta di “un ragazzo franco e affettuoso ma senza orgoglio e alieno da manovre possessive, appassionato nell’agire progettuale e disinteressato” con un “chiaro orizzonte dei valori non barattabili […] sobrio nella vita e nelle aspirazioni”.

“Chi lo ricorda oggi – sostiene monsignor Poma – ne scopre con crescente sorpresa una non comune ‘gradevole giustezza’ di chiara radice cristiana”.

Circa il rapporto con l’eucaristia, monsignor Poma si è detto convinto “dell’impronta eucaristica” che ha caratterizzato la vita di Carlo.

La madre Antonia ha detto a ZENIT che “fin da piccolo e soprattutto dopo la sua prima comunione, Carlo nutriva un’amicizia personale con il tabernacolo con cui si confidava. Per questo non ha mai mancato all’appuntamento quotidiano con la messa, il rosario e l’adorazione eucaristica”.

Rimane il mistero di una vita così breve e così intensamente e cristianamente vissuta. Una vita che il giovane Carlo ha offerto al Papa e alla Chiesa e che oggi rimane una testimonianza forte per tutti i ragazzi e le ragazze della sua età.

 

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[Chiunque volesse ricevere notizie o riportare testimonianze circa la vita di Carlo Acutis può scrivere a info@carloacutis.com, www.carloacutis.com]

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ZENIT Staff

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